L’arte moderna di Sotheby’s a Milano

Nella raccolta sfilano i nomi più importanti della scena artistica italiana da Giorgo Morandi ( una Natura Morta del 1955 val. 300/400.000 euro ) a Licini, da Fontana a Castellani, da Manzoni (un Achrome del 1959 val. 450/550.00 euro) a Tancredi.

Reduce dal grande successo dell’asta Lenz di Londra dove Silver Surface del 1959 è stata venduta alla cifra record di oltre 493.000 GBP in questo appuntamento milanese un altro Castellani argento del 1969, il grande acrilico su tela estroflessa Superficie argento con una valutazione diì 300/400.000 euro che precede la Superficie bianca del 1966 stimata 400/500.000 euro.

Nel 1935 insieme al cugino Carlo Belli, Fontana e Licini, Fausto Melotti inseguì la “voce del mediterraneo” e produsse il gesso Scultura 16, opera di grande importanza innovatrice e dalla ricca storia espositiva ( val. 150/200.000 euro).
Segue la scultura in terracotta monocroma Solo coi cerchi eseguita nel 1944 :una preziosa nicchia narrativa e sognante che inaugura la serie dei “teatrini” (val. 120/180.000 euro).
Con l’opera La Spiaggia (ottone, val. 40/60.000 euro) si apre per Melotti la felice pagina delle sculture in metallo che qui esemplifichiamo nella poetica La torre di Babele, scultura in ottone datata 1968 e già esposta alla Gam di Torino negli anni Settanta: ha una stima di 180/250.000 euro.
In collezione inoltre due magnifiche opere veneziane di Tancredi Senza Titolo – A proposito dell’alba e S.T. A proposito della laguna n.2 del 1958-59, esposte al Pac di Milano nel 1984 e alla Fondazione Cini di Venezia nel 1997. Ciascuna tempera è stimata 150/200.000 euro.
Lucio Fontana, infine, è presente in questa raccolta con due carte ed un olio del 1961 ( val. 300/400.000 euro) ma qui citiamo il bellissimo tagli del 1965, Concetto spaziale, Attese, val. 500/600.000 euro, acquistato direttamente nel 1966 dall’artista.

Il secondo catalogo si evidenzia – nella parte serale della vendita – con una Collezione privata di capolavori del primo Novecento Italiano con capolavori di Severini, de Chirico e Balla .
Due delle opere di questa collezione privata di grande rarità provengono dalla celebre Collezione di Léonce Rosenberg – mercante, collezionista ed editore parigino delle avanguardie artistiche dell’epoca – ed hanno entrambe una storia espositiva di rilievo museale.
Rosenberg inaugura nel 1914 la sua galleria L‘Effort Moderne che ben presto – nel 1919 – accoglie un Gino Severini cubista di grande
impatto e dimensioni: si tratta dell’olio su tela Arlequin à la mandoline pubblicato sul catalogo con una stima di 700.000/1.000.000 euro.

L’altra opera di provenienza Rosenberg, è la tela datata 1925 di Giorgio de Chirico; l’opera vanta un lungo curriculum espositivo,  Palazzo Reale a Milano accoglie il dipinto nel 1970, a questa mostra antologica seguirono altre esposizioni in Italia e all’estero, infine nel 1979, Le Confiseur è esposto a Palazzo Grassi, Venezia, nell’ambito della mostra Pittura Metafisica.

Nel 1990 a New York, Sotheby’s battè la storica asta della Collezione di Lydia Winston Malbin dedicata al Futurismo Italiano, registrando aggiudicazioni record per Severini e Giacomo Balla e di quest’ultimo due sono le opere Futuriste in collezione: Sorpresa firmato FuturBalla ed eseguito nel 1923 e Merli Futuristi dell’anno seguente. Il primo, già nella raccolta di casa Balla, ha una valutazione di 600/900.000 euro, mentre il secondo fu esposto nel 1925 alla storica Exposition Internationale des Arts Dècoratif et Industriels Modernes di Ginevra alla quale Balla partecipò con Depero e Prampolini; Oggi ha una stima d’asta di 600/900.000 euro.

Segue Le Depart des Argonautes di Alberto Savinio, del 1929, raffinato dipinto, una sorta di poetica finestra verso l’infinito e l’avventura ; la tela, quasi quadrata, ha una stima di 190/250.000 euro.

Dalla collezione lombarda di Francesco Pellin due opere importanti di Renato Guttuso , I Tagliaboschi del 1949 ( val, 80/100.000 euro) e Fumatore del 1958 realizzato in uno stile neo-fauve con violenti contrasti di colore ( 70/90.000 euro).

Già nella Galleria newyorkese di Leo Castelli uno splendido Birchbark Paint ( realizzato con corteccia di betulla) nel 1960 dal romano-americano Salvatore Scarpitta valutato 120/150.000 euro. Dello stesso anno – passato nelle celebri raccolte romane Volpi Orlandini e Franchetti – Isola di Capri di Mario Schifano, quasi uno schermo a due sole tinte, opera di grande innovazione ( val. 100/150.000 euro).
400/600.000 euro è la stima per la grande tela quadrata del 1969 di Afro che conobbe a New York i grandi maestri De Kooning e Franz Kline, sviluppando un’autonoma interpretazione della pittura Informale.

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