Banche, utili sopra le attese. Ma il mercato pensa ad altro

di Alessandro Santoni

Da inizio anno l’indice delle banche italiane è sceso del 24% ignorando i buoni risultati del primo trimestre, scontando invece i timori sul debito pubblico che sta penalizzando tutto il settore in Europa. Vale la pena tuttavia analizzare i risultati conseguiti nel primo trimestre per testare lo stato di salute del settore. Nel primo trimestre i risultati delle banche italiane hanno mostrato segni di vivacità battendo le stime sugli utili degli analisti e nel caso delle prime tre banche (UniCredit, Intesa Sanpaolo e Mps) mediamente del 30%. Nel primo trimestre le prime tre banche italiane hanno prodotto utili netti pari a 1.360 milioni di euro (1.648 milioni di euro per le prime nove banche).
La qualità dei risultati è ugualmente risultata superiore alle attese. I ricavi core (margine di interesse e commissioni) delle banche sono mediamente scesi del 2,4% rispetto al primo trimestre del 2009 superando le attese degli analisti. Hanno sorpreso positivamente anche la tenuta degli impieghi in crescita a/a per la componente italiana del 4% e la raccolta diretta al pari cresciuta del 3,1%. Il settore ha dimostrato quindi segni di vitalità nella sua componente caratteristica. La componente più volatile, il trading, ha pesato mediamente il 5,7% dei ricavi per un totale di circa un miliardo di euro in netta crescita rispetto al quarto trimestre del 2009 che aveva visto ricavi da trading per appena 367 milioni di euro. Alla luce di ricavi totali in calo del 3,9% rispetto al primo trimestre 2009, le banche italiane hanno cercato di rispondere con un contenimento dei costi, in calo dell’1% al netto dell’aumento salariale e dell’inflazione (+0,5% al lordo). Il rapporto costi su ricavi si è così stabilizzato al 62%. Il settore, nonostante una buona tenuta operativa, ha tuttavia ancora sofferto sul lato qualità e costo del credito.
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