Draghi: fare banca sarà meno redditizio

La sfida di oggi seppure difficile va affrontata con gli stessi valori che hanno permesso all’Italia di vincere le sfide del passato: capacità di fare, equità; desiderio di sapere e solidarietà.  Sono queste le considerazioni finali del discorso di Mario Draghi, in occasione dell’assemblea annuale di Bankitalia.

Il governatore della Banca d’Italia e presidente del Financial Stability Board ha ripercorso nel discorso annuale di fronte a tutti i banchieri  la crisi che ha caratterizzata e il sistema e ha invitato a una maggiore cooperazione e coesione a livello internazionale soprattutto per l’area euro. “Se è stato illusorio pensare che la moneta da sola potesse “fare” l’Europa, oggi l’unica via è quella di rafforzare la costruzione europea nella politica, con un governo dell’Unione più attivo, nella disciplina dei bilanci pubblici e nel progresso delle riforme strutturali, con un nuovo patto di stabilità e crescita al tempo stesso più vincolante e più esteso” ha continuato Draghi.

 ”Il G20 ha varato lo scorso anno un ambizioso progetto di sorveglianza multilaterale delle politiche macro-economiche e strutturali” continua Draghi. “E’ importante che venga tradotto in concrete strategie di riequilibrio e di sostegno alla crescita”.

Il governatore ha ricordato inoltre tutte le azioni svolte dal FSB da lui presieduto e ha ribadito come la riforma della regolamentazione del sistema finanziario sia fondamentale e che non ostacolerà la ripresa, perché l’applicazione delle regole sarà graduale. 

E venendo all’area euro il governatore ha ribadito come le misure eccezionali di espansione della liquidità hanno evitato una crisi sistemica  e come sia urgente “un rafforzamento del Patto di stabilità e crescita: l’impegno a raggiungere un saldo di bilancio strutturale in pareggio o in avanzo va reso

cogente, introducendo sanzioni, anche politiche, in caso di inadempienze”. Vanno introdotte politiche strutturali vincoli e impegni cogenti. 

 

E in entrando nel dettaglio delle banche il governatore rivolge loro un invito a continuare l’opera di rafforzamento patrimoniale realizzata a ritrovare il modo di “fare banca” sul territorio. “ I progressi compiuti nel 2009 dalle banche italiane nel rafforzare il patrimonio, pur in un anno di profitti ridotti, sono stati incoraggianti; vi hanno contribuito emissioni sul mercato, dismissioni di attività, dividendi moderati, ricapitalizzazioni pubbliche. A marzo di quest’anno il core tier 1 ratio dei primi cinque gruppi bancari aveva raggiunto il 7,6 per cento, dal 5,8 di fine 2008. Le nostre analisi di stress mostrano che in Italia il rispetto dei requisiti minimi regolamentari, la stabilità finanziaria non sarebbero in discussione”.
 

“Ma, a causa della perdurante volatilità sui mercati e dell’incertezza sulle prospettive macroeconomiche, il rafforzamento patrimoniale deve continuare.

Occorre anche prepararsi ai nuovi standard internazionali. È ancora in corso l’analisi per valutare gli effetti complessivi che le nuove regole sul capitale e sulla liquidità avranno sulle banche italiane” continua Draghi.  E suggerisce “Le grandi banche si giudicano anche da come organizzano l’attività sul

territorio: mantenere, valorizzare il rapporto con l’economia locale significa utilizzare nella valutazione del cliente conoscenze accumulate nel corso di

anni, ben più accurate di quelle desumibili da modelli quantitativi; significa saper discernere l’impresa meritevole anche quando i dati non sono a suo

favore; significa saper fare il banchiere. La risposta delle grandi banche alle esigenze locali, coerente con la sana e prudente gestione, deve conciliarsi con strategie e visioni globali”. Questo perché  ”Rafforzare le difese del sistema è indispensabile, nei singoli paesi e a livello internazionale. Fare banca sarà meno redditizio ma anche meno rischioso. Tutti ne avranno beneficio. Sono certo che il progetto politico avviato dal G20 avrà successo”.
 

 

 

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