Promotori, il vero problema è la retribuzione

Promotori e retribuzioni, un rapporto spesso controverso. Si dice che i giovani, specie in alcune società, fatichino seriamente a tirare la fine del mese, mentre una selezionata casta di eletti dal portafoglio congruo e sorridente riesce a godersi appieno i frutti di commissioni e bonus, il tutto limitando le fatiche a qualche telefonata.

Dato che analizzare una realtà così complessa, non possiamo che limitarci alla valutazione dei sondaggi disponibili. Uno dei più autorevoli è senza dubbio l’osservatorio mensile fornito da Anasf; alla domanda “Quale aspetto del tuo lavoro miglioreresti se ne avessi la possibilità?” la risposta più utilizzata è stata, guarda a caso, proprio “la retribuzione”, con il 29% degli assensi.

Un aspetto, quest’ultimo che va di pari passo con gli esiti di un altro quesito, precisamente: “Da quando svolgi l’attività di pf, quante volte sei stato contattato da altre società per un’offerta di lavoro”; l’89% degli intervistati lo è stato “da tre a cinque” volte, segno evidente di una insoddisfazione latente, o di una cronica voglia di novità.

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