Problemi, classifica corta per il campionato europeo

di Alessandro Santoni

Nelle ultime settimane si sono susseguiti annunci di tagli di spesa da parte dei Governi, finalizzati a ridurre il peso del debito in modo da contenere le preoccupazioni del mercato in merito alla solvibilità dei singoli paesi. Sull’onda del panico generale ogni paese in Europa è stato giudicato in merito a delle singole metriche che però spesso non fanno giustizia su quello che è il vero stato di salute dello stesso. L’Italia viene così giudicata dai suoi critici, spesso anglosassoni,  per il suo stock di debito tra i più alti al mondo (114% del Pil), mentre dai suoi sostenitori viene sottolineato il basso livello di deficit rispetto al Pil (5,2%). Nella classifica pubblicata in questa pagina, tratta da uno studio di KBW, si è così cercato di dare un quadro più completo compilando una classifica “pesata” della situazione dei paesi dell’Area Euro. Si sono così considerati cinque indicatori: deficit in rapporto al PIL, stock del debito sul PIL, durata media del debito emesso che quantifica il tempo a disposizione per non cadere in crisi di “liquidità”, la percentuale del debito detenuto all’estero che misura la dipendenza dal mercato e il costo per proteggersi dal rischio default (misurato dal CDS). A questi indicatori, in base alla loro importanza, si è attribuito un peso dal 35% massimo al 5% minimo. Si è così arrivati ad una classifica generale che è in qualche modo sorprendente. Non è certo una sorpresa riscontrare come la Grecia sia in pole position tra i paesi meno virtuosi con un alto peso dello stock del debito, un alto deficit, un alto CDS ed un alto peso del debito detenuto all’estero. Unica nota positiva la buona duration del suo debito che ha una “lunga” scadenza media pari a 8,6 anni. D’altro canto non sorprende come la Norvegia (grazie ai suoi giacimenti di petrolio) sia il migliore paese in Europa con un surplus sul Pil (9,4%), un eccellente CDS (appena 22 basisi points), un basso stock di debito (60% su Pil). Nota negativa in questo caso la bassa duration del debito Norvegese con appena 6 anni medi. Interessante tuttavia notare come, a prescindere dalle chiare evidenze sui migliori ed i peggiori, a metà classifica la situazione sia molto confusa con affollamento di Paesi con un ranking medio molto simile. È il caso della Spagna, che beneficia di un basso stock di debito rispetto ad un alto peso del deficit, della Gran Bretagna caratterizzata da un pessimo rapporto deficit su Pil (il peggiore in Europa e tra i peggiori al mondo) pari all’11,8%, controbilanciato da una durata media del debito molto lunga pari a 13,8 anni che la potrebbe mettere al riparo da crisi nel breve periodo. Sorprende la posizione della Francia che il mercato, attraverso un basso costo del CDS e grazie anche al suo peso politico, premia tra i migliori.
L’articolo completo lo puoi trovare su Soldi,
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