Dopo la crisi, cosa farò da grande?

L’eventuale acquisizione di nuovi istituti servirebbe a riavvicinare la banca italiana al modello di banca commerciale marcando sempre più le distanze dal tentativo di organizzarsi come una banca universale con attività dall’investment banking al wealth management accanto ai classici servizi di credito alla clientela fisica e aziendale? E’ questa in sintesi la domanda principale che si pongono i lettori di Bluerating sul futuro di Unicredit. Indiscrezioni su Millenium Bank a parte (che risultano tra l’altro infondate), oggi quello che sembra ormai scritto è il destino di Pioneer Investments destinata a una progressiva uscita dal gruppo, magari attraverso il conferimento della maggioranza del capitale a un altro player internazionale.

 

Ma tutto questo scenario e la crisi finanziaria del biennio 2008-2009 che “conseguenze potrebbero avere su Fineco Bank, se non altro sotto il profilo dei prodotti distribuiti e delle strutture commissionali che agli stessi potrebbero essere applicate a seconda che si trattasse di prodotti “fatti in casa” o solo distribuiti a seguito di accordi commerciali?” si chiede un pf nostro lettore.

 

Sul tema c’è non da ora una certa opacità di tutte le principali mandanti, non piacendo a nessuno offrire indicazioni dettagliate ai concorrenti attuali e potenziali circa le proprie strategie commerciali ed in particolare di prezzo/costo. Nel frattempo la raccolta continua a latitare, secondo alcuni lettori di Bluerating a causa di una “miopia dei vertici della società che contribuirebbe alla fuoriuscita di PF e al calo dei margini”.

“Colpa dell’accento eccessivo sulla “banca diretta” o c’è altro dietro?” si chiede un utente. Difficile dirlo dall’esterno, anche se qualcuno ricorda come in Fineco Bank i PF siano “liberi di fare ciò che vogliono”, potendo applicare o meno commissioni e avendo premi annui “basati sulla raccolta netta totale e non sulla vendita di prodotti specifici”. 

 

Con un portafoglio di 4000 prodotti da proporre alla clientela, management fee che secondo alcuni PF sono persino superiori alla media delle altre reti, incentivi ai PF per ogni conto acceso e per ogni operazione che il cliente svolge i conti dei promotori di Fineco sarebbero dunque “pieni di voci di ricavo, derivanti dalle tante incentivazioni che la banca mette a disposizione”. Il problema sarebbe dunque uno solo: “si guadagna solo se si lavora, chi non lavora, per motivi giusti o sbagliati, e chi crede, magari a ragione, di sentirsi più motivato in un’altra realtà” fa dunque bene ad andarsene. Sarà vero? Attendiamo come sempre le vostre opinioni qui

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