Faissola: inammissibile la regolamentazione bancaria

Inammissibile. E’ il giudizio del presidente uscente dell’Abi Corrado Faissola sulla regolamentazione bancaria italiana ed europea. Anticipando la relazione annuale che leggerà domani davanti all’assemblea dell’Abi, l’ultima del suo mandato, Faissola ha puntato il dito contro l’ondata di regolamentazione che si sta abbattendo sugli istituti bancari, “superiori a un provvedimento nuovo a settimana”.

“Nessuna industria può lavorare in questo modo” ha commentato Faissola, auspicando che “le autorità nazionali ed europee dettino in un prossimo futuro norme efficienti ma semplici e non in questa quantità”. Un passaggio è dedicato all’imposizione fiscale italiana, la “nota dolente” del sistema bancario nazionale: “Quella fiscale è una nota dolente e credo se non ci fosse stata la crisi forse saremmo riusciti a cambiarla”.

Attualmente, ha argomentato, su “20 miliardi di rettifiche sui crediti accusati dal sistema dobbiamo pagare 1 miliardo di Irap perchè le perdite non sono deducibili ma si possono recuperare dal fisco solo in 18 anni”. “Siamo consapevoli dello stato delle finanze pubbliche – ha aggiunto – ma serve coerenza perchè invece chi accusa perdite per operazioni finanziarie può dedurle totalmente”.

Il sistema bancario italiano, ha proseguito, è “un baluardo della stabilità non solo finanziaria ma anche economica e sociale del paese” nell’attuale crisi. Le banche hanno evitato un credit crunch e non hanno abdicato al loro tradizionale ruolo di sostegno a famiglie e imprese, elogiato da tutti e per questo “con coerenza”, rivedendo il trattamento fiscale specie quello per le perdite sui crediti.

Faissola è intervenuto anche sulla proposta dell’ad di Unicredit Alessandro Profumo di creare un fondo privato da 20 miliardi di euro finanziato dalle banche: “è da approfondire – ha spiegato Faissola – ma in un contesto di regole che ancora non ci sono”.

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