Private banking ancora in difficoltà

Brutta annata per il private banking europeo, ma quello italiano va in contro-tendenza grazie allo scudo fiscale. Secondo un report di Mc Kinsey riportato dal Financial Times, la redditività del settore europeo è scesa ai suoi minimi, fermandosi ai tre quarti di quella raggiunta nell’anno precedente. In particolare, se nel 2007 era pari al 35% degli asset under management, nel 2008 era pari al 26%, nel 2009 al 20%.

Per capire le ragioni di questo trend, è necessario analizzare le varie voci del conto economico: a fronte di una discesa dei ricavi, i costi – dovuti in gran parte alle vendite e al marketing – sono rimasti gli stessi. “I vertici – ha spiegato Frédéric Vandenberghe, partners di McKinsey – hanno deciso di non tagliare sulla capacità del management, in attesa di tempi migliori”.

Diversa la situazione per l’Italia, dove lo scudo fiscale ha tirato in su il fatturato, consentendo ai vari istituti di continuare ad investire. E’ il caso, per esempio, di Banca Cesare Ponti, che secondo quanto riporta Plus 24 punta a raddoppiare sportelli e patrimoni gestiti entro il 2012. Il gruppo, che da fine 2004 è controllato da Carige, sta per aprire cinque nuovi sportelli in Lombardia, con l’ingresso di 18 nuovi private banker (che saliranno a 48 da 30). Lo slancio per la crescita arriva anche dal buon andamento degli scudi ter e quater, che hanno permesso di incrementare gli asset under management del 20% da 1,178 a 1,480 miliardi di euro.

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