Risparmio gestito, impazza il toto-fusione

Di fusione in fusione, l’eredità della crisi economico-finanziaria che da un biennio sta pesando sulle economie occidentali dando invece nuovo impulso ai paesi emergenti del Bric (Brasile, Russia, India e Cina) si fa sempre più evidente anche per quel che riguarda il mondo del risparmio gestito. Che assiste da settimane a un rincorrersi di voci e di annunci che vanno lentamente ma inesorabilmente ridisegnando i tratti del settore in Italia (e non solo). 

 

Sfumata la possibile acquisizione di Banca Sara da parte di Banca Mediolanum e mentre per la rete di Sara Assicurazione (e dunque del gruppo Aci) pare confermato l’interesse di Banca Network Investimenti (Bni), società a sua volta controllata da un pool di investitori che comprende Sopaf, De Agostini, Banco Popolare e Aviva, è di oggi l’annuncio che Cofito verrà fusa per incorporazione in Veneto Banca Holding, operazione funzionale all’acquisto da parte di quest’ultima del controllo di Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni (Bim), attualmente controllata da Cofito.

 

La stampa nel frattempo continua ad anticipare nuove operazioni e così entro fine anno Anima Sgr (nata lo scorso 31 dicembre dall’incorporazione di Anima Sgr Spa nella Bipiemme Gestioni del gruppo Bpm) e Prima Sgr (nata da una intesa tra Mps e Clessidra) potrebbe scoccare la scintilla fatale, in grado di far convolare a giuste nozze i due operatori dando vita ad un gruppo con oltre 40 miliardi di euro di masse gestite, usufruendo al tempo stesso degli sgravi fiscali in scadenza appunto a fine anno e dando modo, in un prossimo futuro, di rivedere la “nuova” Anima Sgr (che già ha acquisto lo scorso aprile Etruria Fund Management e nel cui capitale Clessidra peserebbe per oltre il 50%, contro il 30% circa di Bpm e meno del 20% di Mps) sul listino di Piazza Affari.

 

Se confermato sarebbe non solo l’ennesima fusione tra intermediari finanziari italiani, ma anche una ritrovata voglia di quotazione, visto che già quest’autunno dovrebbe tornare in borsa Banca Fideuram, altra “ex” del settore del risparmio gestito, completando così un poker di gruppi quotati che comprende al momento anche Mediolanum e Azimut. Quale vantaggio questo in concreto possa portare a promotori finanziari e clienti (se non per un esiguo numero di manager cui andranno come di consueto corpose stock option) è ancora presto per dirlo, ma certo il settore appare nuovamente in movimento dopo un biennio di stati e queste operazioni potranno influenzare e non poco eventuali movimenti dei grandi portafoglisti nei mesi a venire.

 

E voi che ne pensate, il “risiko” del settore proseguirà e da questo i promotori finanziari e la loro clientela riusciranno a trarre beneficio, o si tratterà solamente di operazioni funzionali alla necessità di molti istituti di credito di ricapitalizzarsi e allo stesso tempo focalizzarsi maggiormente in attività che col risparmio gestito hanno poco a che vedere? Attendiamo come sempre i vostri commenti qui

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