Usa, la Fcic a Goldman: “faccia trasparenza sui derivati”

Non è bastata il maxi-accordo transattivo da 550 milioni di dollari raggiunto con la Sec una decina di giorni fa sulla frode Abacus: per il ceo di Goldman Sachs Lloyd Blankfein è ancora presto per tornare a fare sogni tranquilli. L’ultima doccia fredda è arrivata dalla commissione per le inchieste relative alla crisi finanziaria (Fcic, Financial Crisis Inquiry Commission) che sulle operazioni di derivati di Goldman vuole vederci più chiaro.

L’organo, messo in piedi per indagare sulle cause del collasso finanziario, non è soddisfatto con i dati forniti dall’istituto Usa. In un’intervista al Financial Times il presidente della Fcic Phil Angelides non ha infatti esitato a puntare il dito contro Goldman: “Ci chiediamo se Goldman stia davvero collaborando con noi riguardo a delle informazioni che di sicuro ha”.

Il punto sono i ricavi che la divisione di investment banking genera con operazioni di derivati. Un dato che Goldman, durante l’ultima audizione di fronte alla Fcic, ha sostenuto di non poter fornire in quanto i ricavi da derivati non vengono contabilizzati in sede separata. La risposta, però, secondo indiscrezioni, non sarebbe affatto piaciuta alla commissione presieduta da Angelides, visto che molte altre banche hanno al contrario fornito i dati richiesti.

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