Lo Ior esce da Intesa Sanpaolo

Lo Ior esce da Intesa Sanpaolo. Un gesto simbolico, visto che si tratta di una quota dello 0,23%, ma quanto basta per chiudere una vicenda vecchia di 28 anni, che affonda le radici nelle zone d’ombra della storia del nostro paese. Da quando, nel 1982, un gruppo di banche capitanate da Giovanni Bazoli si lanciò nel salvataggio del Banco Ambrosiano, affossato dalla gestione di Roberto Calvi. E che oggi, fusione dopo fusione, si chiama Intesa Sanpaolo.

La notizia emerge dai risultati trimestrali di Mittel, in cui spiega di aver accettato, con effetto dal 1 luglio, la richiesta dello Ior della “cancellazione del vincolo di usufrutto” su una quota dello 0,23% di Intesa Sanpaolo. Ovvero azioni di proprietà dello Ior ma di cui Mittel poteva usufruire in cambio di un canone annuale versato alla banca vaticana. Di fatto quello 0,23% è stato svincolato ed è pronto per la vendita. A comprarselo, secondo quanto riporta La Stampa questa mattina, potrebbe essere la stessa Mittel, che dovrebbe arrivare così allo 0,5% della banca. La decisione di uscire, prosegue il quotidiano torinese, sarebbe frutto di valutazioni tecniche: si tratta, come detto, di una partecipazione di esigua minoranza, che non ha valore strategico e che è più opportuno monetizzare. Risponderebbe a questa stessa ottica la cessione di una piccola quota detenuta nella Popolare di Sondrio.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!