Azimut, la semestrale convince gli investitori

Nel bene e nel male le trimestrali continuano a polarizzare l’attenzione dei mercati, in particolare per quanto riguarda il settore finanziario. In giornata qualche presa di profitto lo si è notata sui titoli bancari a causa di una trimestrale giudicata deludente da parte del Banco di Santander, che ha chiuso il primo semestre con un risultato netto positivo di 4,44 miliardi di euro, l’1,6% in meno dello stesso periodo dello scorso anno (4,51 miliardi), rispetto ad attese di consensus di 4,48 miliardi di utili netti. Ha pesato sui conti la frenata registrata nel secondo trimestre, chiusosi con 2,23 miliardi di utile contro i 2,42 miliardi dell’anno passato e i 2,25 miliardi messi mediamente in preventivo dagli analisti. 

 

In crescita, come per quasi tutte le banche europee, i crediti problematici, saliti al 3,37% del totale dell’attivo, rispetto al 3,34% di fine marzo. Ciò nonostante il Tier 1 ratio è risultato pari al 10,1%, rispetto al 9,4% del giugno dello scorso anno ed in una nota il presidente dell’istituto, Emilio Botin, ha ribadito che i numeri danno alla banca “fiducia per raggiungere un utile 2010 sugli stessi livelli dello scorso anno” (8,94 miliardi) e che prevede si possa “mantenere un dividendo di 0,60 euro” come l’anno passato. 

 

Se Botin fa di necessità virtù, chi sembra sorridere nonostante tutto è Pietro Giuliani: la sua Azimut ha infatti registrato un rialzo di poco meno di 5 punti a Piazza Affari a 7,73 euro a titolo nonostante la società abbia chiuso il primo semestre dell’anno con utile netto in leggero calo a 46,1 milioni di euro rispetto ai 47,5 milioni dello stesso periodo del 2009, a fronte di  ricavi consolidati saliti del 10% a 171,5 da 156 milioni nello stesso periodo. A fine giugno il patrimonio gestito dagli uomini di Azimut era pari a circa 14 miliardi, in crescita di circa il 12% rispetto al dato di un anno prima, mentre il patrimonio totale ammontava a 15,6 miliardi, in aumento del 14% dai 13,8 miliardi di dodici mesi prima. 

 

Per quanto riguarda la raccolta netta in fondi comuni il primo semestre 2010 registra un dato positivo di 604 milioni di euro, in crescita del 5% rispetto ai 573,2 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente. Numeri che sono piaciuti agli investitori, dando la scossa a tutto il comparto tanto che oggi anche Mediolanum è tra i migliori titoli del listino italiano con un rialzo superiore al 2% a 3,43 euro per azione. E voi che ne pensate, il risparmio gestito sta tenendo meglio del settore bancario nel suo complesso e potrà dare un ulteriore contributo nel secondo semestre ai conti delle mandanti? O le ristrutturazioni in corso nel settore creditizio, anche in Italia, riporteranno sempre più il focus delle banche verso le attività “tradizionali” di banca commerciale, favorendo il progressivo scorporo di reti di vendita e società di gestione?

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