Su Carito il nodo da sciogliere è il prezzo. Così il segretario generale della Fondazione Crt Angelo Miglietta riguardo al dossier relativo alla futura joint-venture tra l’istituto torinese e Carige. In un’intervista al quotidiano La Stampa, Miglietta fa il punto sul dossier. Il quale, per il momento, presenta ancora tanti punti interrogativi: “Abbiamo ricevuto dalla banca Carige un’ipotesi di come potrebbe essere fatta l’operazione – ha dichiarato – le valutazioni sono per ora oggetto di studio da parte dei nostri consulenti”.
Miglietta ha aggiunto che “nel prendere le decisioni siamo tenuti a valutare la sussistenza del profilo di adeguatezza dell’investimento del quale dobbiamo appunto rispondere all’autorità”. Il prezzo, ha precisato, non è un nodo in “chiave negoziale”, quanto piuttosto “della reddittività dell’investimento, del quale dobbiamo rispondere all’autorità”. Sui tempi e perimetro, le “valutazioni saranno fatte dopo l’estate”.
Miglietta si è soffermato anche su Unicredit, di cui Crt è azionista, sottolineando che “c’è un ‘attesa di ritorno dell’investimento, anche per mantenere una politica di erogazioni che il territorio si aspetta”. Sulla partecipazione in Generali (il 2,26% con Ferak tramite il veicolo Effeti), per il momento l’obiettivo di Crt è “assestarsi”: “l’investimento – ha precisato – ci ha consentito di prendere un ruolo di primo piano nella finanza, ma allo stato non abbiamo una prospettiva di incremento della partecipazione”.