Banche, la prima ricapitalizzazione post-stress test

Sono passati solo 18 giorni dalla pubblicazione dei risultati degli stress test europei che hanno spinto molti politici e osservatori ad annunciare l’inizio della ripresa e la solidità del sistema bancario europeo. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato lo stesso presidente della Bce, Jean Claude Trichet che, meno di una settimana fa, ha affermato di aver accolto “con favore” i risultati degli stress test effettuati su 91 banche. Una verifica “rigorosa, completa e i cui risultati confermano la tenuta dei sistemi bancari della Ue e dell’area euro nei confronti di gravi shock finanziari ed economici” ha sottolineato Trichet.

Ma oggi un nuovo fulmine a ciel sereno. La Commissione Ue ha infatti autorizzato le misure di ricapitalizzazione d’urgenza per un totale massimo di 10,054 miliardi di euro in favore della Anglo Irish bank (l’istituto nazionalizzato nel 2009 non era sotto esame dal momento che già era in evidente difficoltà).

A comunicarlo l’esecutivo europeo che in una nota spiega che siamo di fronte al terzo intervento sul capitale dall’inizio della crisi a favore della Anglo Irish Bank.

Il bisogno di ricapitalizzazione della banca, si spiega con le operazioni a rischio fatte nel corso degli ultimi anni, in particolare nella concessione di prestiti e nella promozione di investimenti rischiosi nel settore immobiliare.

Come riportano le agenzie “La Commissione ritiene che, grazie alle nuove iniezioni di capitale previste dalle misure presentate all’Irlanda a Bruxelles, l’istituto potrà conservare un livello adeguato di fondi propri e coprire il deprezzamento e le perdite dell’attivo”.

Certo non è Lehman Brothers, né un colosso europeo, né una banca sana che di colpo affonda, ma l’ottimismo delle affermazioni e delle simulazioni ancora si scontra, purtroppo, con i numeri della realtà.

Se a questa ricapitalizzazione di urgenza aggiungiamo la notizia, sempre di oggi, del nuovo giro di vite sull’attività bancaria da parte della Cina, volto a prevenire la possibile esplosione di una bolla creditizia che potrebbe riportare l’economia mondiale in recessione lo scenario si allontana dal quadro roseo post stress test.

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