I guai dell’evasore

di Carlo Emilio Esini

Mi permetterò di intrattenervi con un argomento che ho sempre trovato piuttosto divertente. È qualcosa di cui si parla sempre sottovoce ma che non solo, a giudicare dai dati Istat, dovrebbe essere al centro dell’attenzione di tutti: mi riferisco ai proventi dell’evasione fiscale, una delle attività nelle quali il nostro paese ha raggiunto l’eccellenza.
Inevitabilmente le enormi masse di denaro che vengono sottratte al fisco, finiscono spesso per entrare in contatto con il settore dell’intermediazione mobiliare il quale, per sua natura, si nutre di denaro. Così banche e promotori, gestori e consulenti, si ritrovano tra le mani quell’ingombrante fardello che tutti deprecano ma pochi respingono. Lo scudo fiscale ci ha dato l’esatta cifra del rapporto tra il paese e la fiscalità: qualsiasi soggetto razionale dopo aver constatato e proclamato per mesi il grande disvalore sociale dell’evasione fiscale, avrebbe introdotto feroci norme penali con pene accessorie di natura economica tali da spingere anche il più incallito degli evasori a presentare un virginale modello unico, invece da noi si introduce un sistema che consente di recuperare una frazione infima delle tasse evase garantendo l’impunità. Se il paese nel suo complesso ha mugugnato senza scandalizzarsi più di tanto, il settore finanziario ha fatto festa: c’erano società estere che si sono organizzate per aprire in Italia in modo da non scucire quello che detenevano a Lugano, reti che hanno creato task force specializzate, prodotti ad hoc; alla fine se non c’era lo scudo, come si sarebbe potuta fare quella raccolta netta?
Eppure il “nero” non è tutto rose e fiori. È vero che il cliente, ha già un senso di colpa (il più delle volte inconscio) che lo predispone ad accettare sui proventi dell’evasione quelle perdite che non tollererebbe mai sul resto dei suoi investimenti, ma se le cose vanno male, sono dolori per tutti. In primis per il cliente: nella mia esperienza pratica mi è capitato decine di volte di assistere a investitori che avendo affidato al consulente infedele somme sottratte al fisco, hanno dovuto o preferito rinunciare ad ogni iniziativa recuperatoria giudiziale.

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