Consob sanziona Mediobanca, Equita e Chevreux

La Consob ha multato Mediobanca, Crèdit Agricole Cheuvreux Italia Sim e Equita Sim per aver violato il divieto di vendite allo scoperto in relazione ad aumento capitale di Seat Pagine Gialle, avvenuto nella primavera del 2009. È quanto si legge nel Bollettino dell’Autorità di vigilanza sui mercati finanziari. Nel dettaglio la Commissione ha dato una sanzione amministrativa di 175mila euro a Mediobanca, 130mila euro a Equita sim e 170mila euro a Chevreux.

“È stata applicata nei confronti di Mediobanca una sanzione amministrativa pecuniaria pari 175mila euro”, si legge nel Bollettino, dove è spiegato che nel periodo compreso tra il 15 ed il 16 aprile 2009, in qualità di operatore ammesso alle negoziazioni sull’MTA, Mediobanca ha effettuato «per conto di tre clienti professionali operazioni di vendita di azioni Seat per un totale di 21.150.000 azioni, pari a circa il 52% del capitale ordinario della società, attraverso l’esecuzione di 245 distinte proposte di negoziazione, senza verificare l’effettiva disponibilità e proprietà dei titoli da parte degli ordinanti al momento dell’immissione degli ordini di vendita e fino alla data di regolamento delle operazioni”.

Anche Equita, tra il 14 e il 15 aprile 2009, “ha effettuato per conto di tre clienti professionali operazioni di vendita di azioni Seat per un totale di 8.874.950 azioni, pari a circa il 22% del capitale ordinario dell’emittente, attraverso l’esecuzione di 162 distinte proposte di negoziazione, senza verificare l’effettiva disponibilità e proprietà dei titoli da parte degli ordinanti al momento dell’immissione degli ordini di vendita e fino alla data di regolamento delle operazioni”.

Quanto a Chevreux, anche la sim, nel periodo compreso tra il 14 e il 16 aprile 2009, ha effettuato “per conto di tre clienti professionali operazioni di vendita di azioni Seat per un totale di 9.372.840 azioni, pari a circa il 23% del capitale ordinario dell’emittente, attraverso l’esecuzione di 307 distinte proposte di negoziazione, senza verificare l’effettiva disponibilità e proprietà dei titoli da parte degli ordinanti al momento dell’immissione degli ordini di vendita e fino alla data di regolamento delle operazioni”.

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