Nonostante la chiusura di seduta di ieri in lieve calo per l’euro nei confronti del dollaro (1,2657), la moneta unica torna a dare segnali di speranza. Resta forte il franco svizzero, che ha aggiornato il massimo storico nei confronti dell’euro a 1,2968 per un euro e ora tratta a 1,2996 (1,3018 e 1,3156). Il dollaro, d’altra parte, ha recuperato terreno nei confronti dello yen, sostenuto dal’ipotesi che le autorità giapponesi possano scendere in campo a breve per contrastare il rafforzamento della divisa. Il biglietto verde è indicato a 84,55 yen (83,40 ieri), 1,0282 franchi svizzeri (1,0306) e 1,5461 per una sterlina (1,5414).
È su questo sfondo che i banchieri centrali si riuniscono a Jackson Hole, per il consueto simposio annuale organizzato dalla Fed di Kansas City. Il presidente della Fed Ben Bernanke interverrà oggi, nel giorno in cui sarà diffusa la revisione del pil americano nel secondo trimestre, con gli analisti che si attendono un brusco taglio al +1,3% dal +2,4% della prima stima. “I rischi di una nuova recessione sono abbastanza forti da poter destare preoccupazione”, osserva con l’agenzia Bloomberg, John Lonski, capo economista di Moody’s Capital Market, secondo il quale le possibilità di una recessione sono due su tre, il doppio rispetto a un anno fa. “E questo richiede”, aggiunge, “più azioni da parte della Fed”.
David Rosenberg, economista di Gluskin Sheff, non esclude che la banca centrale statunitense possa annunciare nuove misure di allentamento monetario a Jackson Hole, dove Bernanke si confronterà con le sue controparti europee e non solo. La brusca battuta d’arresto delle vendite di case nuove e il debole aumento degli ordini dei beni durevoli gelano le borse mondiali, di nuovo tutte in calo e innescano una fuga verso quelli che sono considerati beni rifugio, quali l’oro che ieri è balzato ai massimi delle ultime sette settimane sulla scia dei timori di una nuova recessione.