Bce, liquidità per tutto l’anno

Da mesi ormai l’istituto monetario sta garantendo abbondante liquidità alle banche europee attraverso aste di rifinanziamento a tasso fisso e ad ammontare illimitato. In questo momento, è previsto che questa generosità termini nelle prossime settimane, salvo appunto un allungamento dei tempi per evitare strappi o sorprese.

La probabile decisione del consiglio direttivo di continuare a usare queste aste è stata per molti versi anticipata dal governatore tedesco.

La presa di posizione del banchiere centrale non è piaciuta a molti suoi colleghi che si sono chiesti perché Weber abbia dovuto anticipare una decisione che dipende dal consiglio direttivo. Lo stesso presidente della Bce Jean-Claude Trichet, appena qualche settimana prima, aveva preferito non esporsi, rinviando qualsiasi annuncio alla conferenza stampa di dopodomani.

La Bce è però consapevole di come il sistema bancario si stia ancora leccando le ferite. A luglio, per esempio, le banche spagnole hanno chiesto a Francoforte liquidità per 140 miliardi (pari al 22,7% del totale distribuito dall’istituto monetario), rispetto ai 136,5 miliardi di giugno e ai 105,6 miliardi di maggio.

Tradizionalmente, la fine dell’anno è un momento difficile per le banche che devono concludere le ultime transazioni per poi chiudere i bilanci. Il contesto di per sé delicato è reso particolarmente complicato quest’anno dall’incertezza di questi ultimi mesi e soprattutto da un’ondata di scadenze obbligazionarie per molti istituti di credito. Secondo i calcoli di Bloomberg News, le banche italiane dovranno rifinanziare titoli obbligazionari da qui alla fine dell’anno per 69 miliardi di dollari. Le loro controparti spagnole hanno scadenze per 28 miliardi di dollari.

Intanto, la Bce dovrebbe per ora lasciare invariato il costo del denaro all’1%, anche se giovedì annuncerà probabilmente una revisione al rialzo delle sue stime di crescita per il 2010, dall’1 all’1,4%. La situazione economica è migliorata molto se si pensa che nel giugno 2009 la Bce prevedeva per quest’anno una contrazione del dello 0,3%. Eppure, per ora, gli economisti non si aspettano cambiamenti di politica monetaria prima del 2011. Osservano che la ripresa di oggi è per molti versi un recupero dopo la recessione del 2009 e notano come l’inflazione rimanga moderata.

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