Fondi: ad agosto sono gli obbligazionari a tirare la raccolta

Sorpresa: ad agosto nonostante le ferie e nonostante mercati a dir poco ballerini gli italiani hanno trovato il tempo di sottoscrivere fondi comuni per 1,4 miliardi di euro al netto, un dato che consente al patrimonio dei fondi italiani di risalire di quasi 5 miliardi di euro sopra quota 447 miliardi secondo quanto reso noto da Assogestioni. A trainare la raccolta non sono naturalmente gli azionari (che registrano una raccolta netta positiva per 68 milioni di euro, ma non riescono ad evitare una flessione del patrimonio gestito a 92,7 miliardi di euro, ormai pari a meno del 21% del totale), bensì gli obbligazionari, in grado di raccogliere oltre un miliardo di euro di flussi netti e con un patrimonio che ormai sfiora i 186 miliardi di euro (il 41,5% del totale).

 

La volatilità dei mercati sembra far bene anche ai prodotti flessibili, che hanno chiuso agosto con una raccolta netta di oltre mezzo miliardo di euro e vedono il patrimonio in gestione salire a 63,5 miliardi, poco più del 14% del totale. Sostanziale parità in termini di raccolta netta per fondi bilanciati (+83 milioni, patrimonio a 20 miliardi, 4,5% degli asset complessivi) e per i fondi di liquidità (+9 milioni, patrimonio di quasi 72 miliardi, pari ad oltre il 16% del totale), mentre continua l’emorragia dei fondi hedge, che perdono nel mese altri 300 milioni di raccolta netta con un patrimonio sotto gestione che scivola a 13,5 miliardi, il 3% circa del totale.

 

Se da un lato è chiaro che i risultati di agosto hanno risentito della correzione in atto sui mercati azionari, dall’altro lascia perplesso il fatto che a fronte di rendimenti reali negativi ancora 72 miliardi di euro restino congelati in fondi monetari, mentre la paventata “bolla” dei mercati obbligazionari non sembra togliere il sonno ai risparmiatori che continuano a investire i loro soldi nei prodotti obbligazionari. Viene da chiedersi con quanto reale profitto per loro e quanto per le mandanti, visto che con rendimenti e spread sempre vicini ai minimi storici lo spazio per una gestione attiva è da tempo molto ridotto e rende solitamente l’investimento diretto in titoli di stato o obbligazioni competitivo al netto di costi e commissioni.

 

Sarà interessante vedere se il rally in corso da inizio mese riorienterà almeno in parte le preferenze degli investitori verso strumenti a maggior grado di rischio o se come alcuni analisti sostengono davvero il “mito delle azioni” è ormai morto e sepolto  e siamo entrati nell’era dei bond. Attendiamo come sempre le vostre osservazioni e commenti al riguardo qui, sulle pagine di Bluerating.

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