Banche alle prese con cessioni e acquisizioni

Mentre si continua a discutere sulla consistenza del rallentamento in atto negli Stati Uniti e in Europa, sotto il focus dei mercati finanziari restano ancora una volta le banche, vuoi perché si avvicina il momento in cui le norme di Basilea III (che la Germania tenta di rinviare il più possibile) richiederanno requisiti patrimoniali più elevati per evitare nuove crisi come quella del 2008-2009, vuoi per l’esposizione al rischio sovrano, vuoi ancora per i movimenti di risiko che sembrano destinati a caratterizzare i mesi a venire.

 

Così Deutsche Bank, complici voci di un possibile aumento di capitale da massimi 9 miliardi di euro (a fronte di una stima dell’associazione bancaria tedesca che valuta in 36 miliardi le necessità di ricapitalizzazione dell’intero sistema creditizio in Germania a causa proprio delle norme di Basilea III), diventa il “trigger”, il detonatore che porta a nuovi cali delle quotazioni dei titoli bancari in tutta Europa, dopo le vendite scattate pochi giorni or sono per il riaffiorare di timori circa una significatività men che parziale dello “stress test” europeo svolto sui 91 principali istituti del vecchio continente ma che non avrebbe, secondo molti critici in particolare di matrice statunitense, valutato l’esposizione al rischio sovrano.

 

Intanto il Banco Santander si conferma il gruppo più “in palla” al momento e sembra  pronto a comprare una quota nella banca polacca Zachodni WBK per 3 miliardi di dollari da Allied Irish Banks, che da tempo ha messo in vendita il suo 70% per raccogliere fondi e rafforzare i propri coefficienti patrimoniali. Nell’operazione potrebbe rientrare, con un ruolo di minoranza, anche il gruppo di private equity Apax Partner’s Llp. 

 

Sempre in ottica di rafforzamento dei propri coefficienti Intesa Sanpaolo, accantonata per ora ogni velleità di Ipo per Banca Fideuram (l’operazione è stata di fatto rinviata a quando sui mercati prevarranno prospettive più stabili), potrebbe invece disfarsi della quota di maggioranza di Fideuram Vita (l’80,1% in mano alla stessa Intesa Sanpaolo, il restante 19,9% facendo capo a Banca Fideuram), per la quale la sudafricana Old Mutual avrebbe già pronta un’offerta in linea con le valutazioni (attorno ai 500 milioni di euro per il 100% del capitale) redatte da Kpmg all’epoca dello scorporo dalla stessa Banca Fideuram.

 

In questo scenario resta da capire chi avrà interesse a rafforzarsi nel settore del risparmio gestito e quanti preferiranno invece passare la mano, dismettendo reti e società di gestione. La campagna d’autunno sembra pronta a entrare nel vivo, voi che sensazioni avete al riguardo? Attendiamo come sempre i vostri commenti sulle pagine di Bluerating.

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