Basilea 3, il ratio-chiave resta al 7%

Dopo tanto parlare, smentite e conferme, ecco arrivare finalmente qualcosa di concreto .Nella giornata di ieri infatti il Comitato dei Governatori delle Banche centrali ha approvato il cosiddetto “Basilea 3”, nato con lo scopo di sopperire alle tipiche situazioni limite verificatasi ad esempio nel corso della recente crisi dei muti subprime.

L’entrata in vigore sarà graduale, dal 1 gennaio 2013 per arrivare alla piena attuazione al primo gennaio 2019. Nella sostanza la principale novità riguarda i requisiti patrimoniali; si passa per il “common equità” (capitale e riserve) dal 2 al 4,5%, con un coefficiente di solidità patrimoniale, chiamato Tier 1, che sale dal 4 al 6% (quello complessivo non cambia e resta all’8%). Verrà poi richiesto di garantire un ulteriore 2,5% di capitale a cuscinetto in caso di emergenza, che si somma ai valori precedenti per portare il totale della copertura al 7% degli assets di una banca.

Altra novità è quella sul fronte deduzioni.Queste diventano più rigorose, ma saranno introdotte più avanti negli anni. Ad esempio i Tremonti Bonds potranno rimanere integralmente nel capitale per un lungo periodo, fino al 2020. E questo tipo di strumenti sarà completamente escluso solamente dal 2023. “Le banche nel mondo avranno un periodo di transizione per adeguarsi ai nuovi standard continuando a supportare la ripresa economica” ha sottolineato Trichet, ripreso dal Giornale. Insomma, fumata bianca bancaria: habemus Basilea 3.

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