Banca Marche, utile netto a 54 milioni (+12,4%)

Buona performance di Banca Marche, che chiude il primo semestre del 2010 con un utile netto di 54 milioni di euro (+12,4% sullo stesso periodo del 2009).

 

Il totale dei ricavi caratteristici, espressi dal margine di intermediazione lordo, raggiunge 316 milioni di euro con un incremento dell’11,2%, grazie anche al contributo positivo del comparto dei dividendi che raggiungono 15 milioni di euro (+17,7%). La valutazione al fair value delle passività finanziarie incide invece negativamente per circa 7 milioni di euro. Le rettifiche nette di valore su crediti impattano per 70 milioni di euro (+26,1%) e scaturiscono dalla necessità di costituire adeguati presidi a prudenziale copertura del maggior rischio di insolvenza della clientela, quale riflesso del negativo ciclo economico protrattosi da fine 2008. Le spese di funzionamento, 174 milioni di euro, evidenziano un incremento contenuto a +1,5%, in virtù della sostanziale stabilità delle spese per il personale (+0,7%), dell’aumento delle altre spese amministrative (+4,2%) e a fronte della flessione degli ammortamenti su attività materiali e immateriali (-1%).
 

Sul fronte dei volumi intermediati, la banca guidata da Massimo Bianconi (nella foto) al 30 giugno 2010 la raccolta diretta si attesta a 15.573 milioni di euro, segnando sul 31 dicembre 2009 un progresso del 3,4%. L’espansione della raccolta diretta da clientela retail, che sale a 12.582 milioni di euro (+6,3%), ha consentito di ridurre il ricorso al mercato istituzionale dei capitali per 300 milioni. La raccolta Indiretta scende a 4.335 milioni (-2,4%), scontando la flessione del comparto della gestita (-7,9%), non sufficientemente compensata dalla crescita della raccolta amministrata (+3,3%), nel cui ambito si rilevano positive dinamiche per obbligazioni corporate (+6,3%) e titoli azionari (+6%) a fronte della flessione dei titoli di stato (-1%).

 

Intanto la banca si sta guardando attorno e non esclude nuove aggregazioni all’orizzonte. Soprattutto in Umbria. Il presidente dell’istituto di credito marchigiano Michele Ambrosini, a margine di una conferenza stampa sui dati della semestrale. «Guardiamo verso nord, agli istituti di credito dell’Emilia Romagna – ha detto – e verso sud alle banche dell’Abruzzo, ma soprattutto verso l’Umbria, regione in cui siamo già presenti con 13 sportelli e che può fungere da ponte con il Lazio per rafforzare la nostra presenza nell’Italia centrale». «Le aggregazioni sono sempre benvenute nei nostri programmi – ha poi aggiunto -, nel rispetto delle autonomie degli istituti che vogliono venire con noi, ma anche del nostro know out». «Non sono solo una questione di fondi, occorre capire anche se si può lavorare insieme su obiettivi comuni». In definitiva, Bdm sta cercando «uno o più ‘partner con le nostre caratteristiche» ha spiegato Ambrosini. Le trattative, ha lasciato capire, sono già avviate, «ma per ora non possiamo dire il nome del possibile sposo o della sposa». 

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