Bronzino, pittore e poeta di corte

Settanta opere di Agnolo di Cosimo meglio conosciuto come  Bronzino, tutte insieme, nessuno le aveva mai viste.
Vengono per un terzo dagli Uffizi, ma il resto è il risultato di faticosi negoziati con musei di tutto il Mondo. Ed è ancora Palazzo Strozzi, dal 24 settembre al 23 gennaio, la location privilegiata di una mostra monografica che prende il via accompagnato da una buona notizia: proprio oggi è stata firmata una convenzione triennale con la quale la Regione Toscana si impegna a sostenere la Fondazione Palazzo Strozzi con 400.000 euro annui.

La rassegna spiega eloquentemente la forza
artistica del poeta pittore, amatissimo da Cosimo e da tutta la corte dei Medici, ma anche la personalità eclettica di un manierista a tratti aulico che spesso si concedeva al burlesco. Se l’itinerario della mostra, in tutto 90 pezzi, rimanda spesso ad altri musei sparsi nel mondo, il nucleo degli arazzi che completano l’esposizione, ferma l’attenzione all’Opificio delle pietre dure, dove le magnifiche tessiture sono state restaurate, fornendo la prova di quale rigore i Medici dedicassero alla manifattura degli arazzi, arte importata, insieme ad una squadra di maestri, dalle Fiandre.

Sempre a Firenze è conservata sia agli Uffizi, sia in molte chiese e musei cittadini, la maggior parte delle opere dell’artista, pieno e maturo interprete di quella “maniera moderna” che rifletteva la cultura e la sensibilità della Controriforma.

Le opere prestate e provenienti sia dai musei fiorentini sia da quelli di tutto il mondo come “L’Allegoria di Venere” del Szépművészeti Múzeum di Budapest, “Il ritratto di giovane con libro” del Metropolitan di New York e “La Sacra Famiglia con san Giovannino” nelle versioni del Louvre di Parigi e del Kunsthistorisches Museum di Vienna sono veri capolavori dan non perdere. L’esposizione accoglie anche i contributi di pittori a lui legati, come Pontormo e Alessandro Allori.

Ma il Bronzino fu essenzialmente un pittore di corte e infatti il vero  fulcro ideale della mostra sono i ritratti ai regnanti medicei, Cosimo, Eleonora, il figlio Giovanni, veri e propri sigilli figurativi, imperturbabili monumenti del potere mediceo a Firenze.

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