UniCredit, la scalata silenziosa viene da Nord?

E se alla fine l’assalto non venisse da Sud ma dal Nord? E non fossero i libici ad aver voluto “scalare” UniCredit come hanno gridato scandalizzate la Lega Nord e le fondazioni bancarie a lei vicine, ma i tedeschi vicini all’anima “bavarese” del gruppo ereditata a seguito dell’acquisizione di HVB nel 2005? 

 

Dopo la nomina di Federico Ghizzoni (giunta in “ben nove giorni” di “spettacolo poco edificante” ai vertici del gruppo, come stigmatizza il Wall Street Journal), un manager appartenuto alla squadra di punta di dirigenti selezionata dall’ex numero uno e che ha già detto di volerne proseguire l’opera a partire dal varo operativo del “bancone”, in molti si stanno facendo venire il dubbio, visto che per la carica di direttore generale, ancora non ricoperta, restano elevate (anche se non elevatissime) le quotazioni di Theodor Weimer, al momento a capo di Hypovereinsbank (HVB).

 

E poiché finora il gioco sembra averlo pilotato il presidente Dieter Rampl (ex presidente della banca tedesca), è inevitabile che sul mercato inizino a girare ipotesi di una “germanizzazione” progressiva dei vertici della banca. Resta peraltro da capire, se anche non fosse Weimer il prossimo direttore generale, che deleghe e che ruoli avranno in futuro i tre deputy-Ceo del gruppo (Roberto Nicastro, Paolo Fiorentino e Sergio Ermotti), cosa che pare legata a doppio filo al problema governance ma anche alla riorganizzazione in atto e ai contraccolpi che tale riorganizzazione potrebbe creare.

 

Dal punto di vista dei clienti merita tuttavia di essere seguita con maggiore attenzione il confronto che l’Abi porta avanti col governo nel tentativo di ottenere una serie di agevolazioni fiscali per gli istituti italiani o, in alternativa, la reintroduzione della commissione di massimo scoperto. Un comportamento che in un momento di crisi economica come l’attuale potrebbe avere qualche controindicazione, di cui le banche, i cui titoli oggi tornano sotto schiaffo su tutti i principali listini europei per i timori di prossime richieste di aumento di capitale per rispettare i requisiti di Basilea III, non paiono consapevoli o voler tener presente. 

 

Intanto qualche emittente torna a rinnovare la gamma di fondi comuni e gestioni, nella speranza che il peggio sia alle spalle e coi mesi a venire la raccolta possa tornare a migliorare stabilmente: voi che siete a contatto tutti i giorni con la clientela come vedete il quadro attuale e prospettico del settore? Attendiamo come sempre nuovi spunti di discussioni e approfondimenti da voi stessi proposti sulle pagine di Bluerating.

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