M&A: in Italia si può fare di più

In fatto di operazioni di investment banking e di M&A l’Italia è in ritardo e le attività sono piuttosto limitate. E’ questa la fotografia del Belpaese che emerge dal Forum milanese su M&A e private equity organizzato da Mergermarket. 

In Europa il terzo trimestre è stato positivo per le operazioni di M&A, con un valore dei deal in rialzo del 6,5% sul trimestre 2009 a quasi 161 miliardi di dollari, anche se gli accordi sono scesi a 3.297 dai 3.306 di un anno fa. Nei primi nove mesi dell’anno si è assistito a una leggera discesa dei valori, a 438 miliardi da 447 del periodo 2009, mentre il numero di deal è salito a 10.658 da 10.046.

 

Il consuntivo del terzo trimestre 2009 è però inferiore a quello del secondo, quando sono stati conclusi 3.898 deal per quasi 170 miliardi di dollari di valore. 

 

Entrando nel merito dell’Italia la situazione è ancora meno rosea. Domenico Siniscalco, in qualità di VP Morgan Stanley International e country head per le attività in Italia della banca, che è intervenuto al Forum ha dichiarato: ”Il bicchiere italiano è gravemente mezzo vuoto” ha affermato citando dati di Thomson Reuters. “In particolare nel primo semestre nell’area Europe Middle Est and Africa [il peso italiano] era al 2% sul totale delle transazioni effettuate per 285 miliardi di dollari”.

 

Per Siniscalco, “l’Italia è in ritardo di un anno su tutte le variabili dell’investment banking”. Il manager, che è anche presidente di Assogestioni, ha tuttavia parlato di operazioni pronte “nell’aerospazio e nella moda” – senza precisare se si tratti di Ipo o di altre transazioni. Ma è probabile anche nel mondo del risparmio gestito. 

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