Porte aperte ai gestori, e più rigidità sui reati

Qualcosa è cambiato per i promotori finanziari. Importanti novità sono entrate in vigore a partire dall’11 settembre 2010 in seguito decreto n.140 del Ministero dell’Economia e delle finanze, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 27 agosto scorso. Nella sostanza si tratta una piccola vittoria per il mondo della promozione finanziaria che, una volta tanto, riesce a far valere il buon senso rispetto alla burocrazia: in pratica, i gestori entrano nell’albo.
Le nuove regole relative ai requisiti di onorabilità e professionalità, che vanno a modificare il Regolamento n. 472 del 1998, racchiudono il passaggio di funzioni da Consob all’Organismo di gestione dell’albo il quale, come è noto, dal primo gennaio 2009 è diventato operativo.
L’aspetto di maggiore rilevanza è l’ampliamento dei requisiti di professionalità dell’art 4. Con questo è approvata l’iscrizione di diritto per i gestori di fondi comuni o comunque per chi ha alle spalle una significativa esperienza nella gestione collettiva del risparmio. Un’altra novità è quella legata all’argomento condanne e albo.
Chi ha commesso un reato (dalla bancarotta fraudolenta, al furto, alla concussione, la lista è molto lunga) prima poteva sperare solo nell’estinzione del reato per essere iscritto all’albo. Oggi, invece, se patteggia la pena, quando naturalmente è consentito, può sperare in una sentenza di riabilitazione. Infine, chi riesce a dimostrare la propria estraneità ai fatti che hanno colpito l’impresa dove sono statesvolte funzioni di amministrazione, direzione o controllo (si tratta di imprese sottoposte ad amministrazione straordinaria o di liquidazione coatta; a società cancellate dall’elenco generale o da quello speciale degli intermediari; a imprese nei cui confronti sono state irrogate, le sanzioni indicate nell’articolo 9, comma 2, lettere del decreto legislativo n.231/2001) può essere iscritto.
Tirando le somme d’ora in poi il mondo dei promotori finanziari avrà nell’Apf il vero punto di riferimento per l’ammissibilità o meno all’albo; Consob può quindi limitarsi alla sua naturale funzione di vigilanza. Dato che per l’appunto siamo di fronte a un argomento che necessariamente vira sul piano istituzionale, non c’è niente di meglio che chiedere un commento a caldo all’associazione nazionale rappresentativa dei promotori finanziaria, ovvero Anasf.
ADVISOR ne ha discusso con il presidente Elio Conti Nibali.

È stata recentemente estesa l’iscrizione di diritto anche ai gestori di fondi comuni o a chi può vantare un’esperienza significativa nella gestione collettiva del risparmio. Quale ritiene possa essere l’apporto di questa categoria di professionisti al mondo della consulenza finanziaria?
Il percorso di accesso all’Albo torna sotto l’attenzione delle Autorità e degli organi competenti in un momento difficile per l’industria finanziaria, al fine di favorire l’ingresso di competenze e professionalità che possano dare nuova linfa a questa professione. Ben venga l’apertura a determinate figure professionali, nel rispetto dell’assunto principale, quello di tenere sempre alta la qualificazione di questa attività. Più in generale, siamo convinti che anche altre iniziative vadano prese, a maggior raggio, per spingere sull’acceleratore e favorire un ingresso numericamente più ampio di professionisti.

Tra le altre novità relative alle situazioni che consentono l’interruzione delle cause impeditive c’è quella contenuta nell’articolo 1, comma 2, che riguarda coloro che patteggiano la pena. Chi aveva commesso un reato prima poteva sperare solo nell’estinzione dello stesso per essere iscritto all’albo. Oggi, invece, se si patteggia la pena, quando è consentito, si può sperare in una sentenza di riabilitazione. Come valuta questa novità alla luce del rapporto tra cliente e pf?
Il rapporto tra professionisti del risparmio e clienti è basato sulla fiducia reciproca, sulla conoscenza, sulle esigenze del risparmiatore: per definizione esso deve essere limpido e a priori deve essere rimosso qualsiasi ostacolo che possa inficiare questo tipo di relazione.
Alla luce di questo, tutto il contorno normativo e regolamentare deve favorire tale trasparenza. Non vogliamo entrare nel merito, né contestare le modifiche apportate; se esse sono state realizzate è perché sono state considerate una necessaria risposta a motivazioni tecnico-giuridiche. L’impegno di Anasf sarà quello di mantenere sempre alta l’attenzione, per proporre un modello di professionalità, sia regolamentare sia comportamentale, che risponda sempre alle reali esigenze del nostro interlocutore principale, ovverosia il risparmiatore.

Quali sono i vostri prossimi obiettivi come associazione? Su quali aspetti vi focalizzerete?
La nostra attività esce bene dalla crisi. Il ruolo svolto da Anasf nell’accompagnare i promotori finanziari in questa fase difficile è stato oggettivamente positivo e facilmente constatabile: dal grande impegno e apporto in termini di formazione, alle azioni di comunicazione mirate, alla presenza efficace ai tavoli di lavoro che hanno determinato interventi anche strutturali nel mercato e che non hanno di certo svantaggiato i nostri soci. Continueremo con ancora maggiore forza a presidiare tutte queste aree, puntando, perché no, a un consenso altissimo che già percepiamo tra i nostri associati.

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