Mediobanca-Generali-Fonsai, il risiko è iniziato?

Giovanni Perissinotto ostenta sicurezze: ci sono “buoni elementi” secondo il manager per pensare che il 2010 possa chiudersi meglio del 2009, nonostante gli eventi climatici quest’anno stiano pesando il doppio rispetto all’anno passato. Sarà quindi interessante vedere a fine anno i numeri del gruppo di Trieste, il cui presidente Cesare Geronzi secondo alcuni è in movimento per cercare di portare a fine un’operazione di cui più volte si è sussurrato a Milano ma che è sempre rimasta sulla carta, quella della fusione con la controllante Mediobanca.

 

Intanto gli analisti che seguono da vicino il settore assicurativo italiano seguono da qualche giorno con crescente interesse le vicende di Fondiaria-Sai: la compagnia della famiglia Ligresti ha accumulato in 18 mesi, al 30 giugno scorso, una perdita netta complessiva di 549 milioni di euro che si accompagna a scadenze sul debito (nel complesso pari a 1,77 miliardi di euro) per poco più di un miliardo entro il 2016-2017. Così sotto la pressione delle banche creditrici ha avviato una campagna di cessioni. 

 

Cessioni ma non svendite: così l’ipotesi di passaggio del polo Liguria-Sasa al fondo di private equity Clessidra, lanciato nel 2003 dall’ex amministratore delegato di Mediaset Claudio Sposito, sembra messo in discussione a meno che Sposito non sia disponibile ad offrire almeno 300 milioni di euro (contro i 200-250 milioni a cui sarebbe arrivata l’offerta secondo le ultime indiscrezioni), tanto essendo il valore di carico delle due compagnie nei bilanci di FonSai. Altrimenti si cercherà un’altra strada, come la cessione di parte degli immobili iscritti in bilancio al costo storico (con una plusvalenza latente pari a 600 milioni in tutto). 

 

Anche Ligresti, come Geronzi e come buona parte dell’imprenditoria e della finanza italiana, è da anni presente nel “salotto buono” di Piazzetta Cuccia, quella Mediobanca che secondo alcuni starebbe in pressing per arrivare alla sostituzione di Fausto Marchionni con un manager “gradito”. Una richiesta che i Ligresti giudicano inopportuna, al punto da valutare un’alleanza con il finanziere bretone Vincent Bollorè che di Mediobanca è da quasi 10 anni socio e che in Generali è vicepresidente e che in un primo momento sembrava poter puntare a rilevare il controllo della stessa Fondiaria-Sai per poi accasarla con la propria Groupama.

 

Il consueto “risiko” bancario si sta sempre più spostando anche  ai vertici della finanza e del settore assicurativo italiano e le antiche amicizie e alleanze sembrano destinate a non contare più. Con quali conseguenze operative resta tutt’ora un mistero, visto che non sempre ai giochi di potere dei vertici sono corrisposti in questi anni altrettanto chiari piani industriali. Voi che ne pensate, il risiko assicurativo che pare in procinto di scoppiare anche in Italia rappresenterà un’opportunità o un ulteriore ostacolo per promotori finanziari, consulenti e agenti assicurativi? Attendiamo come sempre le vostre repliche sulle pagine di Bluerating.

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