Verso un rinnovo della direttiva

…che allora seguì in prima persona la stesura del Decreto Legislativo che recepiva la direttiva europea in qualità di dirigente generale del Dipartimento del Tesoro, descriveva la MiFID, lasciando presagire l’arrivo di una vera e propria rivoluzione.
A tre anni esatti di distanza dal recepimento ufficiale della MiFID dire che nulla è cambiato sarebbe scorretto, ma sicuramente il processo avviato nel novembre del 2007 non ha ancora trovato una conclusione. Sabatini, oggi direttore generale dell’ABI, continua a sottolineare i meriti di una direttiva che ha portato, ad esempio, una maggiore trasparenza, come ricordato recentemente in una sua intervista a Il Sole 24 Ore. Ma dietro alla trasparenza, ai nuovi test di adeguatezza e di appropriatezza, alle nuove regole imposte al mondo dei cosiddetti tied agent (promotori finanziari, consulenti e simili), rimangono ancora molti punti di domanda (su tutti proprio l’albo dei consulenti finanziari persone fisiche che solo ora sembra vicino al debutto ufficiale). Questioni ancora aperte che rendono la MiFID un’opera “incompiuta”, ma non solo (e non tanto) per limiti e ritardi delle autorità di vigilanza e dei legislatori. Nel fare un bilancio delle MiFID, infatti, dall’ABI (guidata oggi da Giuseppe Mussari), invitano a non dimenticare quanto accaduto a livello internazionale a partire da settembre del 2008. Dal fallimento di Lehman Brothers in poi sono cambiate tutte le priorità del sistema finanziario internazionale e italiano, e questo ha inevitabilmente inciso sul ritmo di recepimento della MiFID. Ora toccherà alla Commissione europea, che presenterà entro i primi mesi del 2011 le sue proposte per modificare la direttiva europea sui servizi d’investimento, le norme sulla trasparenza e quelle sui reati finanziari, ridare ritmo ad una rivoluzione tanto attesa da ormai tre anni.

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