Unicredit, l’ipotesi di un’uscita dei libici non piace al mercato

I libici non piacciono alla Lega ma al mercato una loro uscita piace ancora meno. E così, nel giorno delle indiscrezioni su di una possibile limatura al ribasso della quota in mano alla Lybian Invest Authority, il titolo di Unicredit scende dell’1,19% a 1,9 euro.

Secondo quanto riporta Il Sole 24 ore di questa mattina, a Tripoli si starebbe infatti esaminando ufficialmente il dossier Unicredit. Le richieste di informazioni provenienti da Piazza Cordusio, che incalzata da Bankitalia punta a capire se esiste una connessione tra il 2,59% in mano alla Lia e il 4,9% in manco alla Banca Centrale Libica, avrebbero creato qualche malumore all’interno del board della Lia, sollevando l’interrogativo se proseguire nel mantenimento dell’investimento avviato meno di tre mesi fa. Il rischio, infatti, è che la propria quota sia sommata a quella della Banca Centrale con conseguente limite dei diritti di voto al 5%. Di qui l’ipotesi di cessione della quota, pari al 2,59%, circa 500 milioni di azioni.

Una notizia che non piace al mercato, e che si aggiunge alle incertezze sulla governance. E’ di ieri, infatti, il rinvio del cda straordinario, che si sarebbe dovuto tenere oggi, per l’ufficializzazione dei due direttori generali – Roberto Nicastro e Sergio Ermotti –che lascia pensare alle difficoltà del neo ad Federico Ghizzoni a trovare una soluzione. Secondo quanto riportato da Il Messaggero tra Ghizzoni e le Fondazioni non ci sarebbe ancora una piena sintonia su quale sia la soluzione migliore. 

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