Abi, il futuro passa anche per l’Islam

Consolidare la collaborazione economica coi Paesi del Golfo per accrescere gli scambi e cogliere le opportunita’ di investimento e finanziamento, anche attraverso l’introduzione in Italia di strumenti Sharia compliant: dai Sukuk, ossia i certificati di investimento conformi ai principi del Corano, agli strumenti islamici per la raccolta di fondi, fino ai prodotti di finanza islamica destinati al comparto retail.

Con questo obiettivo, banche, imprese ed istituzioni italiane ed arabe si sono incontrate oggi a Roma al Forum Internazionalizzazione dell’Abi, dedicato quest’anno al tema “Fare finanza islamica: come e perche'”. Il Forum, si legge in una nota, e’ stato l’occasione per fare il punto sulle relazioni economiche e finanziarie coi Paesi del Golfo ed, in particolare, sul ruolo che l’Islamic Banking puo’ giocare nell’economia italiana. Secondo studi recenti, infatti, la finanza islamica e’ il segmento dell’industria finanziaria globale col piu’ alto tasso di crescita (15-20% l’anno) ed entro il 2015 potrebbe superare i 4 trilioni di dollari di attivita’, con oltre 1,5 miliardi di risparmiatori interessati a questi prodotti. Nello stesso periodo, la finanza islamica potrebbe raggiungere in Italia un volume di ricavi pari a circa 170 milioni di euro, con una raccolta pari a circa 4,5 miliardi.

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