Banche, meno impieghi e più crediti dubbi

Meno impieghi e più crediti dubbi. La fotografia scattata da Mediobanca sullo stato di salute degli istituti di credito del Paese non è delle migliori. Lo scorso anno, si legge nel rapporto sulle principali società italiane, i crediti concessi dagli istituti italiani a imprese e famiglie sono calati dello 0,9% rispetto all’anno precedente, a quota 1.965 miliardi di euro. I crediti dubbi degli istituti di credito, invece, a causa della crisi economica, hanno registrato un balzo del 66,1%, a 111,8 miliardi.

Secondo i dati dell’ufficio studi di Mediobanca, a crescere in modo particolare nel 2009 sono stati gli incagli, con un incremento del 76,8% rispetto all’anno precedente, mentre le sofferenze sono aumentate del 35,5%. Il rapporto fra crediti dubbi e crediti verso la clientela dell’intero sistema bancario italiano si è attestato al 5,7%, rispetto al 3,4% del 2008 e al 2,9% del 2007. Le banche commerciali, escluse le popolari e le banche di credito cooperativo, hanno tagliato gli impieghi del 3,7% nel corso del 2009, registrando comunque un aumento del 60,4% dei crediti dubbi rispetto al 2008, con il rapporto fra questi e i crediti alla clientela salito al 5,6% dal 3,3% dell’anno precedente. Ma la vicinanza a famiglia e imprese, in tempo di crisi, si paga.

Gli istituti di credito popolare hanno aumentato l’ammontare dei crediti alla clientela dell’8,8%, vedendo poi esplodere i crediti dubbi del 108%, con gli incagli saliti del 112,8% e le sofferenze del 74,8%. Per le popolari nel 2009 il rapporto fra crediti dubbi sul totale di quelli alla clientela è schizzato al 6,8% dal 3,5% del 2008. Rapporto che è salito al 6,3% per le bcc, con gli impieghi aumentati del 3,7% e il totale dei crediti dubbi cresciuti del 30,5%.

Nel dettaglio, guida la classifica degli istituti con più attivi Unicredit (903 miliardi) che distanzia Intesa Sanpaolo (599 miliardi), Banca Monte Paschi di Siena (217 mld) e Banco Popolare (130,4 mld). Quest’ultimo scalza dalla quarta posizione Ubi Banca per effetto del consolidamento delle attività di Banca Italease.

In sesta e settima posizione rimangono stabili Bnl Bnp Paribas (96 mld, prima tra le non quotate) e Mediobanca (73 mld), mentre all’ottava piazza Banca Popolare dell’Emilia Romagna (59 mld) scalza Dexia Crediop (56 mld), grazie al consolidamento delle attivita’ di Meliorbanca. Invariate la decima posizione (Bpm, a 43 mld).

Per quanto riguarda la graduatoria per Roe, il risultato migliore (38,5%) e’ ad appannaggio di C.R.Firenze (Intesa Sanpaolo), seguita da Banca Aletti (Banco Popolare, 37,5%) e da Banca Generali (Generali Ass., 31,5%). Seguono B.Italo Romena (gruppo Veneto Banca Holding) con il 23,6%, B.Fideuram (Intesa Sanpaolo) con il 22,6% e B. Akros (B.P.Milano) con il 22,4%.

Tenuto conto delle specializzazioni, il miglior Roe tra le banche commerciali e’ stato quello di Banca C.R.Firenze (che e’ anche la prima in assoluto), quello relativo alle banche di gestione patrimoniale di B.Aletti (seconda nella classifica generale), mentre per la categoria delle banche di credito mobiliare il primato spetta a B.Imi (Intesa Sanpaolo, 20,9%). La migliore banca di credito cooperativo in base la roe e’ poi la Bcc di Castagneto Carducci (20,3%), mentre la prima banca popolare e’ la B.P.Sondrio, con un roe consolidato del 12,6%.

Al lato opposto della graduatoria, tra le maglie nere (maggiori perdite rispetto ai mezzi propri) si colloca la C.R. Fabriano e Cupramontana, che ha segnato nel 2009 un rosso di 84,8 mln euro, pari al 69,8% dei mezzi propri, Cattive notizie anche per B. Network Investimenti. Il piccolo istituto che fa capo a un pool di realta’ tra cui Aviva, B.Popolare, De Agostini e Sopaf ha chiuso l’esercizio 2009 con 38,4 mln di perdite, pari al 69,6% dei mezzi propri.

Tra le peggiori performance, anche B.Monte Parma, l’ultima preda di Intesa Sanpaolo che la scorsa settimana l’ha sottratta a B.P.Milano con un’operazione lampo. Per il piccolo istituto emiliano, l’esercizio si e’ infatti chiuso con un roe negativo dell’8,2%. Male, infine, Chebanca! (Mediobanca), il cui roe e’ stato del -30,7% nel 2009. Un risultato imputabile tuttavia alle forti spese di start up che la controllante ha dovuto sobbarcarsi per creare la rete di sportelli.

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