Generali, faro Isvap su Kellner e Perissinotto

Ma fin d’ora sottolineano la loro “grande soddisfazione”, fanno sapere a Trieste, per i risultati raggiunti nell’Europa dell’Est grazie all’alleanza stretta con la Ppf di Petr Kellner. Come riporta il Sole 24 Ore, il tema è divenuto d’attualità in questi giorni a seguito della lettera, la sua esistenza è stata rivelata sul sito di gossip Dagospia, con la quale il regulator ha chiesto informazioni sulle ultime evoluzioni della corporate governance triestina, anche in relazione alla partita ceca ed ai rapporti con Kellner, divenuto nel frattempo un importante azionista del Leone (con circa il 2%). Le risposte arriveranno nelle prossime settimane, come richiesto dall’authority, ma il clamore assunto dalla vicenda ha insinuato il dubbio che si toccasse un nervo scoperto nella recente strategia del gruppo triestino. I numeri che emergono ai bilanci, però, dicono altro.

Le forze messe assieme nella joint venture Generali-Ppf realizzata nel 2007, prosegue l’articol odel Sole 24 Ore,  hanno permesso alla compagnia italiana, che detiene il 51% di quell’intesa, di scalare posizioni su posizioni nella classifica dei maggiori assicuratori dell’area. È divenuta il primo operatore nella repubblica ceca, il terzo in Slovacchia, l’ottavo in Polonia, ha consolidato il secondo posto in Ungheria. Con quasi 4 miliardi di premi nel 2009 ha triplicato la produzione nel ramo vita (a 1,7 miliardi) e più che raddoppiato (a 2,2 miliardi) quella nei rami danni. Sotto il profilo reddituale le compagnie del gruppo italiano attive nell’area avevano realizzato nel 2007 un utile operativo di 87,9 milioni di euro, balzato nel 2009 a 637 milioni di euro, di cui la quota di Generali è di 319 milioni. Considerando l’apporto di capitale cash investito nella joint venture (circa 1,1 miliardi) la redditività è significativa. Applicando gli stessi multipli utilizzati per l’Ipo della compagnia polacca Pzu la valutazione di Generali Ppf si attesterebbe tra i 6 e i 6,5 miliardi di euro rispetto ai 5 miliardi stimati nel 2007. Certamente la crisi dei mercati ha investito economie di paesi che hanno ancora una struttura finanziaria fragile. Ma la fiducia, e la scommessa, degli assicuratori italiani è che proprio quei paesi saranno i primi a ripartire quando il trend dei mercati tornerà positivo.

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