Storia di un giovane promotore

Gentile redazione di Bluerating,
vi leggo spesso perché trovo il vostro sito utile e interessante, anche se adesso ho deciso di abbandonare il mondo della consulenza. Ho 27 anni e vi scrivo per manifestare il mio disagio verso un lavoro, quello del promotore, che mi sembra in balia di tutti. Finita la laurea, avevo ricevuto una proposta da un importante istituto nostrano; mi avevano infarcito di aspettative e io, stupidamente, ci avevo creduto. Speravo di potere emergere, di avere un importante marchio al mio fianco ma così non è stato. Dopo qualche settimana la mia attività si era semplicemente ridotta a quella di un telefonista, pronto a rompere le scatole a amici e parenti per offrire prodotti, nulla di più. Nessuna professionalità, se non di facciata, solo la rincorsa alla vendita. Per carità, lavorare nel commerciale è pur sempre interessante, ma per uno che si era impegnato negli studi di economia come il sottoscritto si rivelava svilente. Così ancor prima di fare l’esame, ho abbandonato tutto e ora invece lavoro in banca, ma come credit analyst, un lavoro sicuramente più qualificante. Altri miei amici volevano provare questa esperienza, ma ho cercato di dissuaderli. Spero che questo mio contributo possa essere pubblicato con la speranza di essere ascoltato da tutti i giovani laureati. Se amate il commerciale allora è il lavoro che fa per voi, ma se cercate un lavoro dove a contare sia anche la competenza finanziaria allora statene alla larga! Tra uno che ne sa e uno che sa vendere, di sicuro farà carriera il secondo! Un saluto.

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