Promotori – Non ci sono più i clienti di una volta

E pensare che a fine 2000 c’erano oltre 700.000 famiglie italiane “private” che si affidavano alla “cura” di un promotore finanziario; ora, a cavallo del secondo decennio del 21esimo secolo queste sono scese di circa il 15%. Cambiano le tradizioni d’investimento (ci si sposta verso il fai da te?) oppure è un segnale di sfiducia?

E’ questo l’interrogativo che pone Andrea Curiat su Il Sole 24 Ore. Come è avvenuta l’evoluzione? La risposta sembra darla Massimo Arrighi, partner financial istitutions di A.T.Kearney, già ad di Fideuram “Parliamo dei baby boomer nati in Italia nel dopoguerra. Sono clienti senior che oggi hanno più di 50 anni di età e che hanno accumulato in molti casi la propria ricchezza personale durante gli anni del boom economico. Una volta erano particolarmente attratti dai rendimenti di breve termine. L’attitudine al rischio è cambiata in maniera drastica. La crisi ha portato a crolli imprevisti non soltanto dei titoli azionari, il che sarebbe stato forse più facilmente comprensibile, ma anche dei prodotti obbligazionari o delle polizze index linked con sottostanti strutturati. Così, oggi anche i clienti private chiedono prodotti semplici, trasparenti, anche a scapito dei rendimenti”. E tutto ciò chiaramente si ripercuote anche a livello di commissioni…e il portafoglio del promotore, si sa, se ne è accorto. Eccome.

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