Fmi “La crisi irlandese potrà avere ricadute”

La crisi irlandese può avere “significative ricadute” su altri paesi europei per via dei «forti legami finanziari con il resto del mondo»: in questo senso «i paesi più vulnerabili» sono Grecia Portogallo e Spagna anche se «altri paesi dell’Eurozona mostrano correlazioni negative, mentre Italia e Belgio appaiono casi limite».

Lo scrive il Fondo Monetario Internazionale, ripreso da Ansa, in una nota del rapporto preparato in vista dell’approvazione del pacchetto di aiuti da 22 miliardi di euro. In particolare il contagio può avvenire attraverso «l’esposizione delle banche straniere in Irlanda», che riguarda in primis gli istituti di Germania (esposti per 113 miliardi di euro) e Regno Unito (107 miliardi). Ma è forte anche l’esposizione delle banche americane (47 miliardi), francesi (36 miliardi) e belghe (24 miliardi). Proprio il Belgio è il paese più esposto in proporzione al proprio Pil (è pari al 2,2%) seguito da Germania (1,8%) e Regno Unito (1,3%). Ma il rapporto evidenzia anche il potenziale contagio legato agli investimenti stranieri: il portafoglio di investimenti più consistente è quello di aziende britanniche (pari a 134 miliardi), seguite da quelle tedesche (112 miliardi) e francesi (95 miliardi). Gli investimenti di portafoglio più consistenti, spiegano i tecnici del Fondo, sono rappresentati soprattutto da titoli a lungo termine.

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