Promotori – Difendiamone la professionalità

Gentile redazione di Bluerating, sono onestamente stanco di vedere ex colleghi o chi si spaccia per tale ed è per questo che intendo ergermi a difesa della categoria, con preghiera di pubblicazione. L’ultimo articolo, quello relativo al neo barista, non poteva lasciarmi indifferente. Non accetto lezioni di professionalità da chi ha deciso di abbandonare una professione: una volta che una persona ha scelta di rinunciare a un ruolo, deve evitare anche di esprimere opinioni del tutto personali in merito a chi quel lavoro continua a farlo.
Trovo poco corretto generalizzare sulle dinamiche aziendali verso le quale un professionista si rapporta. Ci sono casi e casi, ma sono sicuro che la maggior parte dei promotori lavora in maniera onesta, si confronta con la finanza in maniera appropriata e garantisce un ottimo servizio al cliente. E’ normale che le poche “pecore nere” facciano più notizia dei tanti buoni promotori d’Italia, così come un uomo che morde un cane anziché viceversa, ma questo non deve trarre in inganno colui che giudica un settore. La realtà non è fatta di uomini che mordono cani, così come di promotori che diventano baristi! Difendiamo la categoria, mi rivolgo a tutti i colleghi!


Ecco un altro contributo di un nostro lettore

Se si smorzassero i toni, ognuno di noi userebbe queste pagine come momento di confronto.
“Professione PF”, solo sulla carta! l’avvocato, il commercialista, il notaio, risponde al cliente, l’interlocutore è il cliente, il suo patrimonio è il cliente, le leggi, i regolamenti  e i suoi comportamenti  sono volti a tutelare sé e il cliente.
Vi siete mai trovati nella situazione di sentirsi  “professionisti” e  guadagnare  come l’ultimo dei “dipendenti”?
Vi siete ma chiesti che “professionista” è chi “dipende” dal padrone?
Vi siete mai chiesti se quel prodotto o servizio era adatto alle “esigenze” del vs cliente o alle vs o a quelle che richiedevano i vs manager?
Vi siete mai  chiesti chi sono i vs manager, cosa fanno e cosa dovrebbero fare?
Ho creduto molto nel mio lavoro, unica fonte di reddito  e ho creduto molto nell’azienda nella quale lavoravo, ma né il mio lavoro, né la mia azienda dopo 20 mi hanno fatto sentire che ero  una professionista.
Chi veramente è riuscito a convincermi di ciò è stato il mio cliente, e non lo dico per presunzione o perché ormai non svolgo più questo lavoro, ma perché solo quando il TUO cliente ti manifesta  stima e  riconoscenza per il rapporto che hai istaurato, comprendi più di ogni altra cosa che la “fiducia” del cliente che negli anni sei riuscito a conquistare è quella che ti fa sentire “Professionista” (peccato che nel ns sistema bancario italiano solo questa non basta) anche quando hai abbandonato la barca!
E allora, ha fatto bene, il pf che a aperto un bar, hanno fatto bene molti colleghi che  hanno  cambiato azienda, fanno bene chi ha avuto il coraggio di mettersi in proprio, fanno bene chi ancora ci crede.
Fa bene chi ha ancora il coraggio di mettere in discussione se stesso e la sua “professione”.
Un augurio a tutti e fate meno i “grandi”

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