Promotori – Troppa carta inutile

Fiumi di parole cantavano i desaparecidos Jalisse vincendo Sanremo, ma in Italia quasi sempre a trionfare sono i fiumi di carta, specie in ambito finanziario, vero e proprio marchio di fabbrica della nostra cara nazione.

Ebbene, stando all’ultimo sondaggio effettuato da Anasf tramite l’Osservatorio mensile Real Trand, questa problematica (l’eccessiva presenza di documenti)sembra pesare non poco anche in materia di consulenza; in sostanza i clienti la mal digeriscono e i promotori ne auspicano una semplificazione. Prendiamo ad esempio una delle ultime novità in materia di formalizzazione burocratica: la Mifid. Doveva essere una garanzia, si è rivelata per lo più un impiccio. Non è un caso che per il 60% degli intervistati i clienti sono convinti che i vari questionari di profilazione siano un di più, viste le relazioni di fiducia e conoscenza che li legano al promotore. E quest’ultimo, nel 63% dei caso, è convinto che sia opportuno ridurre la quantità di documentazione da sottoporre ai risparmiatori. Insomma, salvateci dalla carta.

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