Manager e mandati, è tempo di cambiare

di Luca Spoldi

Plurimandato, nuovi modelli organizzativi meno verticali, ridefinizione (per alcuni eliminazione) della figura dei manager di rete, nuove associazioni in grado di tutelare pianamente i promotori finanziari: a leggere gli sfoghi e le lamentele che giungono puntualmente dal mondo delle reti sembrerebbe che il vaso sia veramente colmo, al punto che qualche lettore di Bluerating.com ha annunciato: “ho lasciato tutto per andare a fare il barista!”, con immediato profluvio di commenti a favore o contro una scelta tanto radicale. Intervenendo nella polemica Giannina Puddu, presidente di Assofinance, ha sottolineato di essere rimasta molto colpita dalla lettera pubblicata da Bluerating.com, in quanto la stessa “rappresenta, in modo enfatico, la situazione dell’80% dei promotori finanziari”.“Ciò non significa, ovviamente, che l’80% dei promotori stia meditando di aprire un bar – prosegue la Puddu – ma significa, invece, che la gran parte dei promotori, se potesse, se avesse il coraggio, la voglia, la capacità e l’opportunità, invertirebbe la marcia per svolgere un’attività diversa”. O quanto meno per proseguirla vorrebbe notare dei cambiamenti nella sostanza e non nella forma, a giudicare dai commenti a questo e altri spunti pubblicati in questi mesi e puntualmente in grado di animare la community di Bluerating.com. “Plurimandato e nuova associazione!” suggerisce uno dei nostri lettori, mentre Federico Ranieri Luckenbach, ex manager che ha gestito fino a 3 regioni, punta il dito su “un sistema retributivo errato e “pilotato”, che induce a collocare alcuni prodotti più ricchi” piuttosto che badare alle reali esigenze della clientela. Il plurimandato, chiesto da anni da larga parte degli uomini delle reti italiane, potrebbe essere la soluzione? “Da anni sostengo che il plurimandato è un modo per difendere i promotori ma sopratutto i risparmiatori. I “manager”? Sparirebbero il giorno dopo, cancellati dalle stesse mandanti” sostiene un promotore. Con una crisi finanziaria che sembra alle spalle e una pressione sui conti delle mandanti e del mondo finanziario in genere che tende a diminuire rispetto ai picchi registrati nell’ultimo biennio, 2011 potrebbe rivelarsi l’anno della svolta? I promotori sono ormai guardinghi e non sembrano farsi eccessive illusioni, ma neppure paiono intenzionati a limitarsi ad un ruolo di mero spettatore.

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