Promotori – Che succede in casa Credem?

L’angolo della posta, come tradizione, è una sorta di confessionale dove si può sfogare la propria insofferenza, sospirare in attesa di tempi migliori. Non sfuggono a questa regola neppure i PF italiani che in queste settimane di sospiri ne stanno levando parecchi ma non certo per pene d’amore, bensì per commentare (spesso in tono di accesa polemica) le ultime mosse della rete del Credem. Il là è stato dato dalla notizia di alcuni nuovi ingressi in Banca Euromobiliare avvenuti in febbraio in Piemonte, Lombardia e Veneto. L’episodio ha fatto venire alla luce alcuni “mal di pancia” che sembrano covare da tempo dentro la rete guidata da Stefano Bisi (nella foto), accusata da alcuni nostri lettori di essere “allo sbando”, con “tagli continui” (delle provvigioni) e “assenza di prospettive”. Tanto che qualche promotore sulle pagine di Bluerating.com pronostica: “Credem tra poco perderà molti promotori di alto profilo per reti più serie ed è solo colpa dei loro tagli”. Qualcuno conserva una certa fiducia ma non nasconde le critiche e parla di “una rete gestita con la logica del taglio, nessun stimolo, nessuna remunerazione sul mantenimento del portafoglio o bonus raccolta. Solo tagli, gabelle o trappole varie”, anche se poi aggiunge: “Speriamo in un cambiamento radicale”. Altri ricordano come il taglio delle provvigioni sia “iniziato 2 anni fa su tutti i fronti, l’unica risposta dell’azienda: fai pagare di più il cliente e noi ti retrocediamo qualcosa. Vedi contratto di consulenza, presentato come unico modo per integrare i tagli, e ultimamente la presentazione di nuovi prodotti con tunnel o spese”. I campanelli d’allarme per la società emiliana sembrano di quelli da non prendere sottogamba, visto che un lettore suggerisce: “Propongo ai PF Credem di incontrarci e creare un comitato per far arrivare la voce di chi lavora e non solo di chi vive di rendite parassitarie”. Altri sembrano voler iniziare la conta: a chi scrive “Siamo in undici da Roma” risponde un secondo: “Noi da Napoli siamo adesso in 5, ma a sentire un po’ in giro, possiamo a breve, essere in tantissimi”. Non per fare chissà quale “rivoluzione, ma col “solo obiettivo: lavorare tanto ed essere sicuri di essere ricompensati” perché “Credem è un gioiellino ma la rete non può essere gestita con la mentalità di un bancario. Noi simo promotori, non bancari”. Sarà solo “fumo” come scrive, in polemica con altri interventi, un altro lettore di Bluerating.com o davvero per la rete diretta da Duccio Marconi e Stefano Bisi è arrivato il momento di una “rivoluzione” manageriale e organizzativa? Alla società stessa e ai nostri lettori, col tempo, la risposta.

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