Promotori – Manager di rete, a cosa servono?

Disquisendo se sia migliore o peggiore questa o quella mandante capita spesso ai lettori che commentano gli articoli pubblicati su Bluerating.com di interrogarsi circa la figura dei manager di rete. Con una domanda che torna in modo ricorrente, come scrive un promotore: “In un settore che ormai non ha più crescita, a che servono i manager?”.

In troppi casi, si sfogano i nostri lettori, le figure manageriali di rete non sembrano avere altro ruolo che quello di beneficiari di “rassegnazioni di uomini”, non si capisce in base a che logiche siano stati selezionati, tanto che qualcuno segnala il caso di “un maramaldo immeritatamente installato per amicizie e coperture, che regna con arroganza e furberie”, a volte sono persino nocivi alla propria organizzazione, se è vero il caso che segnala un altro lettore di “due “manager” (che), in modo parassitario, hanno condizionato in modo negativo la carriera professionale di molti Pf per un loro tornaconto economico”. Figure certamente inadatte ad uno scenario professionale complesso come l’attuale e di cui tutti si augurano “di non incontrarli” mai lungo il proprio percorso professionale, per non correre il rischio di “finire calpestato”.

Eppure se è vero che le competenze dei promotori stanno certamente evolvendo e arricchendosi rispetto agli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, proprio la maggiore complessità operativa richiederebbe un’altrettanto significativa crescita della figura professionale dei manager di rete. Senza cadere nella piaggeria o farsi guerre “per bande”, la relazione tra promotori e manager dovrebbe essere ripensata proprio per valorizzare le strutture, meglio se all’interno di una generale revisione dei rapporti tra gli uomini delle reti e le loro mandanti. L’occasione potrebbe del resto giungere dal risiko che pare destinato a ripartire a breve a tutti i livelli nel settore del risparmio gestito italiano, se davvero si vorrà recuperare efficienza e valorizzare sia il ruolo dei promotori, che possiedono l’asset più importante di tutti, il rapporto diretto col cliente, sia di coloro che i promotori sono chiamati a coordinare a assistere, i manager. Sarà così, o prevarranno ancora comportamenti opportunistici e le consuete piccole o grandi “furberie” italiche?

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