Promotori – Titolarità del portafoglio ai pf

di Luca Spoldi

Trasferire il portafoglio? “Ma non si può, non si deve, i clienti sono della mandante per legge, anche se non li ha mai visti e, se non ci fossero i promotori, non li avrebbe visti mai” commenta ironico un nostro lettore, che aggiunge: peccato che “in una stanza la mandante offre un ingaggio ai promotori della concorrenza in base al portafoglio, mentre in quella a fianco minaccia i promotori dimessi o terminati di sanzioni legali se trasferissero il portafoglio”. Un comportamento schizofrenico che vorrebbe far valere le regole “solo a senso unico”.
Fortuna, conclude il lettore, che il cliente sa riconoscere chi davvero gli sta vicino ogni giorno, “ma una riforma della titolarità, trasferibilità e cessione del portafoglio è necessaria. Anche se non ce la concederanno mai”. Qualcuno però, avverte un altro promotore, “sta perdendo le cause per il riconoscimento del valore di portafoglio, grazie alla clausole vessatorie inserite nel mandato”, mentre altri commentano: trasferire il portafoglio non è poi così difficile, basta “aver fatto sottoscrivere ai clienti investimenti in Sicav e al momento opportuno si fa il cambio distributore”.
Insomma, anche in questo caso si tratterebbe di saper interpretare il proprio ruolo correttamente, senza eccedere in eccessivi “giri di valzer” ma neppure rimanere appiattiti sulla sola struttura aziendale. I promotori, sintetizza un ultimo intervento si dividono in due categorie: i “dipendenti” e gli “imprenditori”. “I “dipendenti” dipendo e pendono dalle labbra della mandante, non hanno nè la voglia, nè le possibilità di valutare altre realtà ed in verità non debbono farlo: pena la morte professionale”. Chi vuol capire, come si dice in questi casi, capisca.

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