Assoreti, il promotore, il più amato dalle famiglie italiane

Gli italiani mostrano i primi segnali di un ritorno dʼinteresse verso gli
investimenti finanziari pur continuando a orientarsi verso scelte attendiste e conservative.
Confermano di essere molto più consapevoli della propria situazione dʼinvestitori rispetto al
recente passato e tendono ad aumentare le fonti informative consultate prima di compiere le
loro scelte.
Eʼ quanto emerge dallʼottava indagine realizzata da GfK Eurisko per conto dellʼASSORETI
nellʼambito del progetto avviato nel 2005 per monitorare i bisogni dei risparmiatori. Oggetto
dellʼindagine, realizzata tra febbraio e marzo, un campione di 1.200 individui capifamiglia,
decisori in materia dʼinvestimenti finanziari (di cui 300 clienti di promotori finanziari), dʼetà
compresa tra 30 e 60 anni, possessori di un conto corrente (bancario o postale) o di una
polizza assicurativa, rappresentativo di circa 15 milioni di nuclei familiari.

Un milione di famiglie pronto a investire per la prima volta nei prossimi dodici mesi
La percentuale di chi possiede prodotti e servizi finanziari registra un leggero incremento
(45% contro il 43% della rilevazione di un anno fa, equivalenti a circa 6,7 milioni di famiglie)
con una media di patrimonio investito del 49%.
Tra chi possiede prodotti dʼinvestimento, prevalgono (33%, pari a 4,9 milioni di nuclei) quelli
che nei prossimi dodici mesi non faranno nuovi investimenti. Minoritari (12%, 1,8 milioni di
nuclei) quelli che ritengono possibili nuovi investimenti.
Tra chi non possiede investimenti (55%) prevalgono (49%, 7,4 milioni di nuclei) coloro che
nei prossimi dodici mesi intendono confermare questʼorientamento, mentre il 6% (0,9 milioni
di nuclei) ritiene possibile un primo investimento.
Tra i propensi allʼinvestimento, unʼampia maggioranza (70%) è orientata verso prodotti sicuri
con un basso rendimento. Solo il 28% è interessato a prodotti con rendimenti più elevati e
minori garanzie sul capitale.
La domanda di una piena corrispondenza tra le soluzioni proposte dagli intermediari e le
proprie effettive esigenze è ampiamente (75% del campione) lʼesigenza più sentita.
Irrilevante il modello dʼofferta dell’intermediario (prodotti propri o prodotti di terzi).

MiFID: resta limitata la conoscenza e critica lʼopinione sui benefici
Eʼ stabile, tra gli investitori, la consapevolezza della propria posizione: il 72% degli intervistati
(87% tra i clienti delle reti di promotori finanziari) saprebbe oggi indicare almeno uno tra
grado di rischio dei propri investimenti, rendimento atteso, durata ottimale affinché siano
efficaci, asset allocation del portafoglio.
La conoscenza della MiFID (Market in Financial Instruments Directive) resta limitata: il 66%
degli investitori dichiara di non averne mai sentito parlare e solo il 10% afferma di sapere che
cosa è. Il giudizio sui benefici derivanti dallʼapplicazione della direttiva è critico: tra gli
investitori che conoscono almeno nominalmente la Direttiva, il 48% afferma che la MiFID ha
migliorato poco o per niente la qualità della consulenza offerta dagli intermediari, il 54% che
abbia migliorato poco o per niente la qualità delle informazioni ricevute sulla gestione dei
risparmi.

Qualità del servizio percepita: i promotori finanziari consolidano la leadership
La soddisfazione per il servizio degli intermediari è stabile: i promotori finanziari, con il 55% di
valutazioni nellʼarea dʼeccellenza (che include i voti 7 e 8, questi ultimi in crescita)
conservano la leadership nella qualità percepita. In tendenziale flessione, rispetto al 2010, la
qualità percepita di agenzie postali (41% di valutazioni eccellenti) e agenzie assicurative
(40%). Stabili le agenzie bancarie (42%).

Cresce il numero delle fonti consultate prima di decidere

Negli ultimi dodici mesi, secondo le famiglie italiane, lʼofferta informativa non è migliorata né
peggiorata. Il bisogno informativo non è mutato ma si registra una maggiore attenzione alle
fonti consultate prima di decidere lʼinvestimento: il 70% ne consulta almeno due contro il 64%
di un anno fa.

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