di Luca Spoldi
WeBank, banca online del gruppo Bpm fusa lo scorso dicembre con We Trade Sim (al termine di un percorso iniziato nel 2009 con l’acquisto dell’ex Intesa Trade Sim dal gruppo Intesa Sanpaolo), torna a reclutare in tutta Italia, per rafforzare i ranghi dei promotori finanziari da dedicare allo sviluppo del trading on-line e rilanciare la sua sfida al leader di categoria, Fineco. Una ricerca che viene coordinata dalla responsabile della divisione grandi clienti di Bpm, Laura Galbiati, manager con alle spalle una carriera di oltre 11 anni nel gruppo di Piazzale Meda, e che riguarderà in particolare laureati in discipline preferibilmente economiche, con una buona dimestichezza con le tecnologie informatiche. L’iniziativa dell’istituto milanese giunge mentre rumors sempre più insistenti parlano di tensioni ai vertici, in vista del possibile varo di un processo di ristrutturazione che, sulla traccia del “bancone” varato da UniCredit potrebbe vedere la fusione in Bpm delle controllate Banca di Legnano, Cassa di Alessandria e Popolare di Mantova. Problemi che evidentemente riguardano più sindacati e manager bancari (che temono esuberi e tagli di poltrone e prebende), mentre ai nostri lettori incuriosisce la decisione di WeBank di tornare a puntare sui promotori, proprio dopo che secondo alcune voci rilanciate anche da Bluerating si erano registrate non poche uscite di promotori stanchi, si dice, delle lamentele di alcuni clienti proprio in merito a disfunzioni legate alle piattaforme informatiche del gruppo milanese. Così ora sulle pagine di Bluerating.com qualcuno si domanda se la mossa possa significare che Bpm ha preso a cuore la vicenda e intende rilanciare il servizio (dunque rafforzando tanto la componente commerciale quanto le caratteristiche tecniche dello stesso) o se l’immissione di forze fresche servirà solo a tamponare le falle, in attesa di decidere che ruolo avrà WeBank nella nuova riorganizzazione del gruppo.