Promotori – Fideuram, focus sulla crescita

Banca Fideuram, avanti ma con giudizio: superata la fase in cui Intesa Sanpaolo sembrava intenzionata a cederne il controllo anche attraverso un ritorno in borsa (sulla base di una valutazione complessiva di almeno 3 miliardi), per la rete controllata dall’istituto guidato da Corrado Passera sembra aprirsi una nuova stagione: guardarsi attorno con maggiore calma rafforzando al contempo la propria crescita. Il piano industriale 2011-2013/2015 approvato la scorsa settimana non lascia molti dubbi: i proventi operativi netti di Banca Fideuram dovranno crescere dai 755 milioni del 2010 pro-forma a 884 milioni nel 2013, con un Cagr del 5,4%. Il che richiederà a sua volta una crescita delle masse amministrate (Cagr del 4,4%) attraverso il rafforzamento dell’offerta e il riposizionamento portafoglio attuale “verso asset a maggior valore aggiunto, in linea con profilo di rischio del cliente”. La redditività dei portafogli, insomma, dovrà salire mentre i promotori finanziari saranno oggetto di maggiori attenzioni per “massimizzare il saldo netto dei promotori in ingresso (già raddoppiato dal 2008 a oggi)”.

Parallelamente si assisterà allo sviluppo del private banking facendo leva su una serie di prodotti, servizi e strutture appositamente dedicata ai 20.000 clienti “private” (con l’obiettivo di portare il private al 45% delle masse totali) e all’estensione del servizio di consulenza evoluta SEI al 25% dei clienti. Quanto alla crescita per vie esterne, dopo l’integrazione con Banca Sara (450 nuovi promotori e 2,7 miliardi di euro di nuove masse) non è escluso il consolidamento di altre reti di promotori italiane. Proprio questo obiettivo, unito ad alcune dichiarazioni del numero uno di Azimut, Pietro Giuliani, dettosi pronto a “qualunque tipo di operazione anche straordinaria purché abbia senso industriale”, hanno portato a voci di vendita di Banca Fideuram, almeno fino a quando la stessa Fideuram non ha definito “fantasiose” e “prive di fondamento” le dichiarazioni di Giuliani. Banca Fideuram, insomma, non è in vendita e quanto al ritorno in borsa Passera, è chiaro: la quotazione resta un “obiettivo strategico”, ma dopo l’annunciato aumento da 5 miliardi di euro entro l’estate l’Ipo non è evidentemente più una priorità e potrà dunque essere effettuata quando le quotazioni di mercato consentiranno di ottenere valutazioni “ragionevoli”. I tre miliardi, insomma, non si toccano: chi volesse Fideuram è pregato di mettere i denari sul tavolo.

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