Promotori – Mediolanum e un family banker che ha lasciato

di Luca Spoldi

Tralasciando i cori da stadio pro o contro la società, gli anatema scambiati vicendevolmente tra colleghi di vari gruppi e qualche volte i giudizi generici ricchi più di luoghi comuni che di ragionamenti tanto dall’una quanto dall’altra parte, colpiscono le parole di un “un padre di famiglia di 42 anni, laureato in Economi a Aziendale, con un Master e diversi corsi di specializzazione in Economia e Gestione Aziendale” che “avendo lavorato per un brevissimo periodo” nell’azienda prova, rivolgendosi ai Pf di Ennio Doris, “con molta serenità a darvi delle chiavi di lettura molto semplici per valutare su quale modello di business state scommettendo il futuro vostro e delle vostre famiglie”.

Secondo il lettore, che si definisce un “ex Family Banker fallito” in grado però di avere “già ricostituito in circa 4 anni un portafoglio di 10 milioni di euro, che mi consente già ad oggi di avere un ritorno di management fee di circa 45.000 euro”, il difetto principale di Mediolanum consisterebbe nell’essere una “one man company” costruita attorno al suo fondatore, basata su “un modello di distribuzione che grava completamente sulle spalle dei Family Banker”. Col rischio per chi vi è impegnato, secondo il nostro lettore, che un giorno, al di là della motivazione e dello spirito d’appartenenza, si ritrovi “totalmente alienato dalla realtà del mondo delle reti, dove la conoscenza e la strada della consulenza in tempo di Mifid è stata tracciata”. Ben diversa la posizione di un altro lettore, Massimo Bartolucci (il cui intervento , che dichiara di essere in Banca Mediolanum da 12 anni e che ritenendo che altri colleghi abbiano offeso “persone (i Family Banker) e istituzioni (Mediolanum ) per il solo piacere di sputare sul piatto dove si è mangiato per anni” fa alcune puntualizzazioni: “io non ho mai tirato fuori di tasca 1 euro per partecipare alle molteplici convention in giro per l’Italia”, spiega, convention nelle quali è sempre stato offerto il pranzo anche se poi è “ovvio che benzina e autostrade sono state a mio carico, nonché l’eventuale pranzo/cena al ristorante fuori dall’orario delle convention”, ma quante mandanti rimborsano questo genere di spese? Giudizi condivisi da altri due suoi colleghi, Sandro Canaccini e Letizia, che confermano quanto affermato da Massimo, che poi conclude il suo intervento invitando a smetterla “di dire che i nostri prodotti sono i più cari: sì, è vero, ce ne sono di cari, ve ne sono stati di carissimi (ma con i bonus rimborsati si recuperano tutte e a volte si incassa più delle commissioni pagate), ma nessuno mi ha mai obbligato a venderli”. Insomma il modello Banca Mediolanum continua a essere al centro del dibattito.

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