Promotori – Allianz, Campora “Ucits IV, all’inizio saranno dolori”

La nuova Ucitis IV sta per iniziare a produrre i suoi effetti anche in Italia, col via dal primo luglio della nuova normativa anche nel Belpaese. Bluerating sta chiedendo in queste settimane ai responsabili delle maggiori reti distributive italiane un’opinione sugli effetti che il nuovo quadro normativo è potenzialmente in grado di produrre. Il primo a rispondere al nostro sondaggio è Giacomo Campora, amministratore delegato di Allianz Bank.

Dal 1° luglio sarà in vigore la direttiva europea Ucits IV che darà vita al nuovo passaporto del gestore. Quale sarà l’impatto sulle reti distributive italiane, in termini di costi, vantaggi e svantaggi? Gli operatori maggiormente avvantaggiati potrebbero essere quelli esteri e/o quelli che già hanno adottato un’architettura aperta?

Giacomo Campora: Gli effetti di una semplificazione potrebbero essere nel breve periodo dolorosi ma a lungo termine si prospettano rivoluzionari. Le Sgr Italiane di media dimensione saranno quelle maggiormente impattate dalle nuove norme, mentre le piccole Sgr già da anni faticano a stare a galla, quindi per loro la Ucitis IV potrebbe essere meno peggio di quanto appare, almeno in termini di exit strategy per gli azionisti. Il rischio è semmai che il risparmio gestito in Italia si riduca ancora, a favore di fondi domiciliati in altri paesi europei che hanno puntato molto sul settore finanziario. Per quanto riguarda le reti distributive, il cambiamento sarà probabilmente più graduale. Si recideranno gradualmente i cordoni ombelicali che le legano ai gestori captive italiani, a favore di una architettura aperta. Non é però detto che sia tutto oro quello che luccica.

Quale sarà a vostro parere la prevedibile reazione dell’industria alla normativa: sposteranno il domicilio i gestori già esistenti, entrerà in Italia solo chi deve ancora arrivare o cosa succederà? E per quanto riguarda Allianz Bank come vi state preparando all’evento?
Ritengo che, senza una reazione da parte del sistema paese, l’Italia sia destinata a perdere masse a favore di altri paesi europei. Allianz é già oggi un gruppo globale, quindi l’impatto di Ucitis IV su di noi é marginale. Semmai, proprio Allianz Bank sta lavorando controcorrente, rifondando Investitori Sgr per farne un gestore di nicchia, con prodotti di lusso.

Se da un lato il ministro dell’Economia e Finanze, Giulio Tremonti, sembra volere incentivare la raccolta fondi presso le Sgr italiane, dall’altro se si guarda all’offerta appaiono vincenti le Sgr che propongono un’autentica “open architecture”, in cui sono i fondi esteri a farla da padrone (anche se poi spesso si tratta di fondi di fondi). Come possono coesistere, secondo voi, queste due visioni in apparenza così contraddittorie?
In un periodo difficile per il risparmio gestito, che dura dal 2008, il ministro Tremonti e i suoi tecnici stanno mettendo positivamente mano alle distorsioni che penalizzavano le nostre Sgr. In Italia abbiamo azionisti di lungo termine, quello che a volte manca è un management determinato, che tagli subito gli sprechi e faccia prevalere il merito rispetto al sistema della cooptazione. Nel medio termine azionisti forti e management focalizzato al business fanno la differenza in positivo. Spero pertanto si continui sul percorso virtuoso intrapreso.

Alla luce della nuova normativa quali potrebbero essere dei corretti meccanismi di incentivazione?
Questa é una questione ricorrente, poco meditata. Secondo me il settore funziona bene come è, senza la necessità di particolari meccanismi di incentivazione.

La Consob di recente ha sottolineato l’importanza della consulenza indipendente: ma riagganciarsi ad una logica “territoriale” nella raccolta del sistema non rischia di essere una contraddizione?

La consulenza indipendente dal punto di vista dei principi è apprezzabile, ma rischia di essere una chimera. Nessun consulente prescinde dal compenso del proprio lavoro. Inoltre “indipendente” rischia di voler dire sottodimensionato e quindi, alla lunga, in difficoltà. Nelle intenzioni si tratta di figure apprezzabili che, purtroppo, presto possono andare in sofferenza economica. La Consob, come ha chiarito al congresso nazionale Anasf, ritiene importante che l’operato degli intermediari sia attentamente vigilato. Per controllare bene bisogna avere capitali ingenti da investire, se non ci sono controlli interni indipendenti il rischio aumenta. Vale la pena, infine, di rimarcare come chi lavora per una realtà come la nostra é libero di scegliere fra prodotti di quindici diversi gestori senza pressioni, nell’interesse del cliente, secondo la propria professionalità.

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