Obiettivi opulenti. Come il nome

Operativa dal gennaio del 2010, Augustum Opus sim ha messo a segno i risultati che si era prefissata. E ora si è ritagliata una corposa nicchia di mercato tra le società di asset management private in Italia. La boutique finanziaria indipendente, fondata dai tre soci Giuliano Cesareo, Antonio Mauceri e Nicola Frondizi, è una realtà flessibile e dinamica e offre una consulenza globale in materia di investimenti finanziari e di gestione del portafoglio. Pur giovane, Augustum Opus ha potuto contare su una tradizione consolidata nel mondo degli affari, che deriva dall’esperienza ventennale di un management attivo con successo sul mercato internazionale. Giuliano Cesareo, a capo della sim, è ex amministratore delegato di Meliorbanca Private (il gruppo è stato acquisito da Santander). Mentre gli altri due vengono dal gruppo Banca Finnat Euramerica. Giuliano Cesareo è il presidente del consiglio di amministrazione, Antonio Mauceri è l’amministratore delegato mentre Nicola Frondizi è consigliere d’amministrazione e responsabile commerciale. Ora gli obiettivi sono di arrivare alla fine del 2011 a masse in gestione pari a 1,2 miliardi di euro (oggi siamo a 1,1 mld), l’apertura di un ufficio di rappresentanza a Roma (sempre che i mercati lo consentano) e, ultimo ma non meno importante, la trasformazione della sim in sgr come progetto in cantiere per i prossimi 12 mesi. A raccontarci la nuova realtà autorizzata dalla Consob a gestire i portafogli e la consulenza in materia di investimenti è Antonio Mauceri. Le sedi sono Milano e Perugia, in tutto 17 persone.
Quali sono gli ingredienti vincenti?
Competenza e personalizzazione: sono questi gli aspetti che permettono ad Augustum Opus di strutturare linee di gestione differenziate per livello di rischio e patrimonio conferito, nonché di realizzare profili personalizzati sulle specifiche esigenze di ogni cliente.
Come vi siete mossi fin dall’inizio?
Noi tre fondatori, oltre che soci in affari, siamo anche amici e condividiamo una lunga esperienza in materia, dato che operiamo nel settore dell’asset management da diversi anni. Quando abbiamo fondato Augustum Opus ci siamo dati un obiettivo ambizioso: raggiungere i 700 milioni di euro in masse gestite entro l’anno. Oggi abbiamo superato il miliardo. E siamo diventati una delle più importanti società private di asset management in Italia. Una società che fa dell’indipendenza la propria forza e di 30 anni di esperienza di management la propria sostanza. I nostri clienti vengono in gran parte dai rapporti personali e dai passaparola ma ora puntiamo a farci conoscere di più e meglio. Del resto il management ha una lunga esperienza di gestione dei patrimoni, consolidata da una presenza attiva sui mercati finanziari internazionali. Qual è il taglio medio dei vostri clienti?
Il gruppo gestisce clientela privata con portafogli mediamente superiori ai due milioni di euro ma tendenzialmente non è nella nostra politica rifiutare i clienti. Quindi non siamo rigidi nella barriera di ingresso. Non abbiamo promotori e non ci interessa costruire una rete. Tra la clientela abbiamo i grandi privati e gli istituzionali come i fondi di fondi e le reti di promotori finanziari. Nel futuro punteremo, come del resto stanno facendo tutti, a fondi pensione e casse di previdenza. Noi gestiamo in delega quattro comparti di Sicav, due azionari e due obbligazionari, che hanno ottenuto le cinque stelle Morningstar. Nel dettaglio sono: New Millenium Augustum Corporate Bond, New Millenium Augustum High Quality Bond, Rinascimento G.A.M.E.S. e G.A.M.E.S. Arbitrage. Abbiamo un approccio value e bottom up con correttivi. Non abbiamo la detenzione. I clienti hanno conti segregati presso le banche depositarie (Banca Finnat e Banca Akros, ndr). Facciamo anche attività di consulenza ma per ora è solo il 10%. Qualla dell’advisory non rappresenta per noi il core business in questo momento.
Quali sono i progetti che avete in mente per il futuro?
L’aumento di capitale a 1,5 milioni di euro, il raggiungimento delle masse in gestione a 1,2 miliardi di euro e l’apertura di una sede a Roma ma solo se i mercati lo consentiranno. Inoltre, la trasformazione in Sgr: un progetto in cantiere per i prossimi 12 mesi perché l’idea è raggruppare sotto un unico brand la nostra realtà per sfruttare le strategie tra il marchio e il prodotto.

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