Banche, capitalizzazione ridotta a un terzo per le big italiane

Tempi duri per i titoli bancari di piazza Affari. Secondo l’Annuario Ricerca & Sviluppo di Mediobanca condotto sui 50 maggiori gruppi quotati, la capitalizzazione in Borsa dei cinque principali istituti di credito italiani (Intesa SanPaolo, Unicredit, Monte dei Paschi di Siena, Ubi banca, Mediobanca e Banco popolare) attualmente non è nemmeno un terzo di quella pre-crisi: 66 miliardi di euro contro i 218 di fine 2006.

La peggior performance nel quinquennio è stata quella di Unicredit, la cui capitalizzazione di Borsa è scesa dagli 87,4 miliardi di euro del 2006 ai 23,7 miliardi al 27 luglio scorso, seguita da Intesa Sanpaolo, che nel 2006 valeva quasi 73 miliardi, mentre ora ne vale 25,6. E nel primo trimestre di quest’anno i crediti deteriorati netti dei cinque big del comparto sono arrivati a 87,2 miliardi: il doppio rispetto ai 44,8 miliardi nel 2008. Secondo gli analisti si tratta di livelli “finalmente stabilizzati sia rispetto ai crediti alla clientela sia rispetto al capitale netto”.Ma il boom è stato notevole: dai 44 miliardi abbondanti del 2008 ai 76,7 miliardi di fine 2009, agli 85,5 di fine 2010.

Nel marzo scorso la situazione meno favorevole era quella del Banco Popolare, i cui crediti deteriorati erano pari al 9,7% dei crediti alla clientela e al 75% del capitale netto. Ma anche gli altri numeri di questo inizio anno che emergono dall’analisi di R&S Mediobanca non sono ottimi per le grandi banche italiane: nel primo trimestre i ricavi complessivi mostrano una leggera crescita (+1,3%) rispetto al primo trimestre del 2010, con un lieve aumento del margine di interesse (+2,1%) e un forte miglioramento del risultato di negoziazione (+45,3%).

Quest’ultimo è il famigerato trading, ampiamente positivo anche nel primo trimestre del 2010, ma che poi ha chiuso male sui 12 mesi. “Con l’attuale situazione dei mercati è molto dubbio che quest’anno le banche chiudano con risultati positivi le attività di trading”, hanno commentato gli analisti. “Se queste prime tendenze dovessero confermarsi in corso d’anno, l’aggregato delle banche chiuderebbe il 2011 con ricavi comunque inferiori di circa il 10% rispetto al livello del 2007”.

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