Banca Network dice la sua a BLUERATING sul pf bolognese

Banca Network Investimenti ha provveduto a revocare il mandato a Gianni Pedrazzi, il promotore finanziario bolognese finito nei guai per essersi appropriato di quasi un milione e trecentomila euro affidatigli da amici e conoscenti.

Lo ha dichiarato l’istituto di credito contattato da BLUERATING, precisando di aver anche denunciato lo stesso pf alla Procura della Repubblica, “al fine di “salvaguardare il buon nome della Banca e di collaborare per accertare entità dell’accaduto e per una migliore tutela degli interessi dei clienti coinvolti dalla vicenda”.

Banca Network Investimenti ha inoltre precisato che “la quasi totalità delle operazioni contestate dalla clientela si riferiscono all’operatività del promotore Pedrazzi antecedente alla fine del 2007, momento nel quale il management attualmente in carica ha assunto la direzione della società”.

Quanto al pf Pedrazzi, non sembra passarsela bene, almeno secondo il suo avvocato, Guido Clausi Schettini, che ha detto, come riportato dal Corriere di Bologna, che il suo assistito “non ha più un euro e non fa più il promotore”. Ma Pedrazzi risulta ancora iscritto regolarmente (con decorrenza dal 22 giugno 1993) all’elenco dei promotori finanziari consultabile sul sito www.albopf.it.

Accusato di essersi appropriato di quasi un milione e trecentomila euro, il pf 52enne ha confessato alla Finanza di aver fatto “investimenti sbagliati, spostavo il denaro da un conto a un altro ma poi non sono più riuscito a rientrare”.

Il buco milionario è venuto alla luce a febbraio, quando un amico e cliente, un ex dirigente d’azienda, ha chiesto a Pedrazzi di rientrare di parte del denaro che gli aveva affidato: 500 mila euro tra liquidazione e risparmi, che negli anni sono diventati 900 mila. Ne è seguita una pioggia di denunce e ora per il pf si profila un processo per appropriazione indebita e falso in scrittura privata.

Il pm Giampiero Nascimbeni, che ha notificato l’avviso di fine indagine, accusa Pedrazzi di aver fornito ai clienti falsi prospetti d’investimento utilizzando i moduli della banca: gli assegni dei clienti, sostiene l’accusa, sarebbero finiti sul suo conto.

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