Crisi presenti e passate, cosa le accomuna?

Anima e Prima Sgr si danno alla chat per rispondere a dubbi e curiosità dei promotori finanziari. Questa volta si parla in generale delle opportunità offerte dai mercati nel contesto economico attuale. Ma anche dei recenti conti trimestrali pubblicati dalle big, delle mosse passate e future delle banche centrali, del confronto con le crisi precedenti. Rispondono Mary Thomson, Responsabile Investimenti azionari di Anima, Maurizio Vanzella, Direttore commerciale di Anima e Luca Felli, Responsabile Bond e valute di Prima.

Si sono trascurate le trimestrali. Ci sono state delle sorprese nei risultati pubblicati dalle aziende?

Mary Thomson. Anche per questo le Borse in Italia ed Europa sono scese. Non solo c’è un problema debitorio, c’è anche una riduzione degli utili ed è questo che ha creato il panico. I risultati delle aziende in Europa non sono stati molto buoni. Teniamo anche conto che l’anno scorso il dollaro era a 1,27 sull’euro. Ora è a 1,41-1,44 e questo ha avuto un grande impatto sui risultati delle aziende europee. In Usa le società hanno battuto le aspettative ed anche in Giappone, Paese che tutti dicevano finito dopo la catastrofe di Fukushima, ha avuto una forte crescita domestica. Io in questa fase sono andata a fare shopping: le borse sono scese del 20% e quando un negozio fa saldi del 20% uno va a vedere se c’è qualcosa che vale la pena di comprare, no?

Oggi la Banca Nazionale Svizzera ha fissato un tasso di cambio con l’euro a 1,20. E’ una mossa inedita: cosa ne pensate?

Luca Felli. Il franco svizzero è una valuta rifugio. Gli investitori spaventati sono alla ricerca di investimenti sicuri e la domanda è stata tale che si sono visti tassi negativi. Quindi l’apprezzamento del franco è stato talmente forte che la banca centrale ha fissato un livello massimo. Vediamo se riuscirà a mantenerlo. Certo, questo ha spinto il mercato a cercare altre valute con le stesse caratteristiche. Abbiamo visto aumentare le valute scandinave per esempio. Un gestore deve chiedersi cosa vuole dire questo: ha solo l’obiettivo di frenare un apprezzamento che sta togliendo tanto ossigeno all’economia svizzera o si intravedono disequilibri forti sul mercato dei cambi?

Quale differenza c’è fra questa crisi e quella del 2000 o 2007?

Maurizio Vanzella. Ogni crisi è diversa dall’altra. Ma ogni crisi genera perdite per il risparmiatore e quindi, ai suoi occhi, ogni crisi è eguale all’altra. E’ importante analizzare e approfondire, cercare di capire la crisi e le scelte che ci saranno da fare senza farsi condizionare però nelle scelte di breve periodo da questi movimenti molto forti.

Se l’Italia dovesse andare in default converrebbe a qualcuno?

Luca Felli. Vedo dietro questa domanda la solita teoria del complotto alla quale si ricorre quando non troviamo delle ragioni fondamentali per quel che accade. In realtà non c’è nessun complotto. Alcuni fondamentali dell’Italia non vanno bene e vanno cambiati presto. Il debito italiano può sopportare tassi alti anche per un bel po’ di tempo. E anche se ci trovassimo in una situazione grave, ricordiamoci che per fortuna siamo in Europa dove anche in situazioni che assomigliano a un default sono trattate con molta cautela e con perdite per l’investitore molto minori di quelle che si sono viste in Russia o in Argentina.

E’ un buon momento per investire in obbligazioni dei Paesi emergenti?

Maurizio Vanzella. C’è molta raccolta sui fondi che investono in obbligazioni emergenti mentre, negli anni precedenti, si era visto interesse per le azioni di Paesi emergenti. I bond emergenti fanno ormai parte di una diversificazione. Va benissimo investire in questi titoli, ma teniamo presenti le difficoltà di compravendita i costi e le regolamentazioni. E’ sicuramente più efficiente una gestione di questa asset class attraverso dei fondi.

Cosa pensa di chi investe in conti di deposito?

Maurizio Vanzella. Stiamo parlando di depositi vincolati, non di uno strumento dal quale si può uscire per investire da un giorno all’altro. E’ un investimento che facciamo per un anno o un anno e mezzo. Potrebbe non essere efficiente, soprattutto se mettiamo lì tutti i soldi. Oggi c’è paura, ma magari il rendimento offerto potrebbe risultare risibile rispetto a quello che potrebbe dare un investimento fatto nel momento giusto sui mercati. E poi oggi su titoli di Stato possiamo avere tassi molto superiori a quelli offerti da questi conti.

Come mai questa volatilità sul franco svizzero?

Luca Felli. La Banca Nazionale Svizzera ha detto che cercherà di difendere un determinato livello di cambio fra franco e euro: 1,20 franchi per euro. E’ interessante, invece, che il dollaro stia cominciando a muoversi. Era il grande assente! Solitamente nei momenti di crisi il dollaro sale. L’euro, vista la lentezza della risposta politica, ha deluso e il dollaro sta dando qualche segnale di risveglio. Avere un portafoglio diversificato in valute è un aspetto importante per avere una asset allocation più efficiente in anni di crisi.

Vorrei investire in un conto deposito parte del mio capitale investito nel vostro fondo Tesoreria per recuperare in toto l’attuale perdita ad oggi subìta. In tutta obiettività faccio bene?

Maurizio Vanzella. Se parliamo di denaro fresco da investire ci sono delle opportunità che danno rendimenti migliori e più garanzie. I monetari investono in titoli a scadenze molto brevi che sentono l’andamento del mercato, ma in modo minore. Appena si risolve la volatilità, questi prodotti recuperano totalmente quanto hanno perso. Attenzione ad uscire quando abbiamo perso lo 0,5 – perché si parla di perdite di questo livello. Tantissime persone sono uscite dai prodotti monetari allungando la duration e hanno sbagliato o sono andati su prodotti di parcheggio e non hanno recuperato le perdite.

Pensate che l’asset class high yield possa dare ancora buoni frutti nei prossimi mesi?

Luca Felli. Sta andando molto bene: 2 mesi fa eravamo per fare un 2011 come il 2010 con un 2-3% sul corporate e un 10% sull’high yield. Corporate e high yield hanno lasciato sul campo un po’ di performance ma non liquiderei le posizioni. A questi prezzi stiamo scontando una recessione simile a quella del 2001-2002. Siamo in una situazione simile a quella del 2008? Non è il nostro scenario. Sono prodotti che hanno già incamerato molto di questa discesa del ciclo, direi di mantenere. Magari il gestore potrà aumentare l’investimento e i singoli clienti potrebbero aumentare la loro presenza.

Ci si attende un taglio dei tassi da parte della BCE?

Luca Felli. Il mercato ci dice di sì. E’ un evento molto probabile: i mercati lo hanno anticipato. Il titolo di Stato tedesco a 2 anni offre lo 0,5% come rendimento. Il mercato lo ha scontato ed è importante che la BCE dia un segnale positivo ai mercati. Almeno da questo punto di vista la BCE non vuole creare maggiore incertezza.

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